“Gente di montagna“, si dice, quando si vuole indicare quelle persone umili e attaccate alla terra da dove provengono (e dove magari sono vissute per tutta la propria vita), > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="340" width="240" alt="Carnera, la montagna che cammina >> LoSpazioBianco" class="size-full wp-image-62048 alignleft" />che hanno un modo di vivere semplice e (oserei dire) pulito, basato su valori forti. Forti come le radici degli alberi o come le rocce fra le quali scorre un ruscello di montagna, appunto.
Forza, rocce, montagne, radici e semplicità; indichiamo queste come parole simbolo del fumetto di Davide Toffolo recentemente ristampato dalla Coconino Press ed originariamente pubblicato nel 2001. A parte un incremento di pagine e l’inserimento degli schizzi preparatori, solo una sostanziale differenza diversifica questa edizione, mandata alle stampe nell’anniversario del centenario della nascita del protagonista Primo Carnera, da quella di cinque anni prima: e’, come racconta l’autore nella “seconda” prefazione, un piccolo accorgimento cromatico, quella colorazione con un “giallo dorato” ispirato dai riflessi aurei rimasti nell’occhio di Toffolo dopo un agostano viaggio newyorkese.
Una biografia romanzata a fumetti, un omaggio caldo (reso ancora più caldo dall’aggiunta del giallo) ad un personaggio dichiaratamente molto amato dall’autore, un vero e proprio mito dell’immaginario italiano e statunitense nel periodo del primo dopoguerra. E’ un regalo, questo volume, anche all’attaccamento, rispetto e venerazione che il nonno di Toffolo aveva per “la montagna che cammina“, pugile mastodontico originario delle stesse terre che avevano dato i natali a Giovanni Toffolo e che li hanno dati anche al nipote Davide.
Toffolo, che nelle sue opere ha quasi sempre privilegiato il cuore (o la pancia) al cervello, realizza un volume dal quale tutto questo affetto, rispetto e interesse, trasuda in maniera trasparente; nell’introduzione, addirittura, non cela la volontà di riprendere a narrare le avventure di Primo Carnera in almeno altri due libri per dare vita ad una vera e propria trilogia del “Maciste di Sequals”.
I motivi da elencare per consigliare l’acquisto e la lettura del fumetto sono tanti; nello spazio limitato di un tardivo articolo (si tratta, ricordiamolo, di un fumetto già edito nel 2001, infatti) mi verrebbe quindi voglia di non citarne alcuno, o magari di citarne uno solo. In questo secondo caso sarebbe proprio quell’affetto di cui parlavo prima; quella che e’ poi, per chi scrive, la sensazione che resta, una volta chiuso il volume, nella testa e nel cuore.
Oltre a questo, potremmo citare en passant un voler narrare la vita fantastica di un uomo che ha vissuto una vita che lo ha portato oltre i suoi migliori e più arditi sogni, dalla realtà, misera, di un paese di montagna, alla ricchezza, ai viaggi intercontinentali, ad essere richiesto come persona “famosa” un po’ dovunque, in Italia e nel Mondo (perfino a recitare in diversi film – ndr). Potremmo ancora accostare, senza neanche dover azzardare troppo, l’avvento di questo Golia a quello (praticamente contemporaneo) dell’Uomo di Acciaio notoriamente conosciuto come Superman, che, da un piccolo paesino sperduto, approda alla grande città grazie ai suoi possenti mezzi fisici; che e’ alieno al nuovo mondo (la Francia prima, gli Stati Uniti poi) ma che viene adottato da tutti come se ne fosse un figlio prediletto [1] .
Potremmo, e qui ci fermiamo, sottolineare come la boxe, lo sport che permette al gigante buono di affrancarsi dalla miseria e di arrivare, famoso e felice, nel Nuovo Mondo, sia uno sport che spesso e’ stato oggetto di attenzione da parte di cinema, fumetto e narrativa, tanto da creare (oltre ad ingigantire quelli realmente esistenti) miti a livello mondiale. E che in questo caso viene rappresentata, nell’incontro “clou” (come si sul dire) del libro, con riverente rispetto facendo sparire i baloon e lasciando spazio anche a tutta tavola al balletto dei “pugilatori” che schivano e colpiscono, Nel volume le pagine sono realizzate in uno strano (per Toffolo, abituato farci vedere la realtà attraverso animali antropomorfi) stile realistico, tondeggiante, corposo e con sfondi dipinti o inserti di retini; la narrazione, a parte qualche breve passaggio un po’ più lungo, scorre quasi sempre veloce, i disegni non sono carichi di dettagli e lasciano spazi fra e nelle tavole, nelle quali, a parte quelle più scure ambientate nei palazzetti per gli incontri di boxe, prevale sempre una elegantemente ariosa chiarezza. Nelle pagine finali, a parte una ammiccante bibliografia, tesa a catturare il nostro interesse, già stimolato dalla lettura del libro, verso altri volumi che parlano di Primo Carnera e ad una carrellata dei personaggi presenti nel libro (con tanto di mini biografia), troviamo una dozzina di tavole, schizzi, layout di Toffolo. E’ divertente sbirciare fra le matite e i disegnini dell’autore, soprattutto considerando che, come lui stesso ha ammesso, il suo fare fumetto passa attraverso il costruire “per immagini e scene”. Suggeriamo di sbirciare con attenzione dietro il sorriso della copertina (“…sorridi quando sei fuori dal ring, ragazzo…“), quel sorriso disarmante di un colosso con i pugni pesantissimi, e dietro e dentro le pagine dell’affettuoso omaggio a fumetti realizzato dal nostro al Mito della Montagna che cammina; un mito, quello di Carnera, da non dimenticare e da rileggere, con calma, con piacere, nelle dolci calde pagine del suo fan Toffolo. Abbiamo parlato di: Riferimenti: Note:
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Carnera, la montagna che cammina
Davide Toffolo
Coconino Press, 2012 (nuova edizione)
160 pagine, brossurato, bicromia – 16,00e
ISBN: 9788876182235
Coconino Press: www.coconinopress.it
Tre Allegri Ragazzi Morti, la band di Toffolo: www.treallegriragazzimorti.it
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