…così mi distrago un po’
e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…
1979 “L’anno che verrà” L. Dalla
Per la serie “nostalgia canaglia”!
Un altro Songkran è passato!
E’ da ieri che canticchio questa canzone pensando ai miei amici in Italia e, allo stesso tempo, ai bei momenti che ho vissuto a Petchabun e che non ho potuto condividere con loro. Così ho deciso di scriverti una lettera.
Ciao, come stai?
E’ davvero tanto che non ci vediamo e spero di poter tornare quanto prima in Italia, magari per il mio compleanno. Che combini di bello?
So che pensi che io sia sempre in vacanza, ma che pretendi che su facebook ti metta le foto di quando sto seduto in ufficio o di quando insegno? Hai comunque ragione… qui mi posso permettere di dedicare più tempo a me stesso.
In questi giorni ti ho pensato molto. Mi sarebbe piaciuto festeggiare con te il Capodanno (tailandese). Sono stato nella provincia di Petchabun, a 15 km da Nong Phai, in una villaggio troppo piccolo anche per essere definito tale. Allontanarmi da Bangkok, anche solo per pochi giorni, è sempre bello visto che posso stare a contatto con la gente ed apprezzare tradizioni destinate a scomparire lentamente.
In questa zona molto fertile della Thailandia il turismo non è affatto sviluppato e le persone hanno un modo di relazionarsi non facile da capire per un occidentale. E’ una regione molto interessante dal punto di vista paesaggistico, con verdi colline che spuntano in modo imprevisto qua e là nella pianura, campi di riso che si alternano a coltivazioni di mais e templi ed edifici tradizionali che poco si discostano da quelli del vicino Isaan… va be’, ho capito, non ne puoi più di sentirmi elogiare l’Isaan!Credo che per te sarebbe stato difficile affrontare il momento dei pasti. In certi momenti stavo per vomitare anch’io e ho dovuto lottare contro l’insistenza di chi voleva costringermi ad assaggiare il sangue e la carne di vitello cruda a colazione. A prescindere dall’orario, che per me è buono solo per una tazza di caffè e latte e un biscotto, non ce la posso proprio fare.
Petchabun il “Cuore Verde e maltrattato della Thailandia”
Qui tutto ha una dimensione più a misura d’uomo… un uomo che però non ha imparato a rispettare la natura e anzi, se ne frega altamente! Mi sfogo con te perchè so che mi capisci… L’esempio più triste è la Riserva Naturale di Huai Pa Dang: uno splendido lago circondato da basse montagne verdi dove la gente, soprattutto nelle calde giornate di marzo-maggio, si reca alla ricerca di refrigerio tuffandosi nelle acque calme del bacino artificiale. Tutto intorno… un porcile! Buste di plastica, contenitori di polisterolo, piatti e bicchieri di carta… insomma tutto ciò che esiste al mondo di “usa e getta” qui viene gettato senza pensare all’impatto ambientale.
Mi sono immaginato la tua faccia sbiancare inciampando in pannolini per neonati usati e abbandonati così, senza preoccuparsi di chi arriverà dopo per fare un pic nic all’aria aperta. Non ho postato le foto sul mio profilo per decenza.
Per fortuna che poi però ci sono tante persone che nella loro semplicità e con le ZERO possibilità, vivono dignitosamente e ti sarebbero piaciute davvero.
Va be’, che te lo dico a fare? Mi manchi e spero di ricevere presto tue notizie, prima ancora di rivederti!
E se ti capita… vienimi a trovare!
Andrea (in Thailanda… e che Thailandia)Tags: Huai Pa Dang, Nong Phai, Petchabun, Songkran, Thailandia,