Riceviamo e volentierissimamente pubblichiamo. Si tratta della lettera aperta indirizzata ad Angelo Rossi, autore del post precedente, e scritta da Giuliano Fago Golfarelli, comunicatore trentino di alto e nobile lignaggio che ora, tuttavia, vive nelle splendide e luminose terre del Salento. E da lì ci osserva curioso e prodigo di utili suggerimenti.
Un solo appunto: sicuro caro Giuliano che i frequentatori di questo blog siano “giovani bloggatori che sparacchiano ogni tanto cazzate a tempo perso” ? Io non credo. Questo è un blog dadaista, un blog rivoltella in pugno. E con questo stile e queste modalità, sono arcisicuro, è riuscito almeno sbattere un po’ di polvere dal materasso asfittico della vitivinicoltura trentina.
Con affetto e stima tuo Cosimo
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di Giuliano Fago Gofarelli -Francamente quando leggo testi come questi, provo 2 brividi 2. Il primo di piacere perché mi accorgo che, nonostante il tempo, ci sono ancora persone che perseguono, dichiarano e onestamente traguardano la situazione viti-vinicola trentina; il secondo brivido è di disappunto notando – da trentino mezzo doc – che periodicamente riscopriamo l’acqua calda… . O il vin brulè? La cronaca è perfetta e deve far riflettere anche i giovani bloggatori che sparacchiano ogni tanto cazzate a tempo perso, senza costrutto alcuno. Seguo questo blog quasi dalla nascita; ho lavorato con il CVT e con Angelo Rossi tre interi anni, lui giovane valido dirigente, io consulente “milanes-trentino-americano”, e vedo che le cose ristagnano, si riproducono come un’ameba o la peronospora? Allora si cercava di combattere la concorrenza oltre i nostri confini, di farci conoscere per i pregi che miracolosamente ancora rimangono, per identificarci non solo nella facile headline del “Trentino fa rima con Vino” – nata per combattere gli effetti post metanolo –ma soprattutto per fare di enogastronomia e turismo un tutt’uno e non un universo di stelle filanti. Cioè: una crescita di fatturato per tutti, per quelli che si impegnano, però ! Ho visto morire nomi quasi illustri, crescere quelli che lo erano meno, il tutto condito dalla nostra diffidenza del nuovo, della vigna del vicino, dell’agente del vicino. Ho assistito a sogni e fregatura verso i vecchi mercati (Austria e Germania) come sui nuovi, USA con partite di vino rifiutate o abbandonate sui docks di New York. E’ vero che se non si bevesse vino trentino in Trentino, le vendite di molti traballerebbero. Se non ci fossero cantine aperte e sale degustazioni (quasi a pagamento) i fatturati scenderebbero ancora di più. Ora più che mai.Angelo, ricordi i nostri pazzi progetti a livelli extra moenia?
a) Bere poco – bere Doc Trentino (nazionale)
b) 2 Incontri con il Vino Trentino (inverno – allora non c’erano i mercatini di Natale come ai primi d’estate non certo a maggio
c) Grappa Trentina …………….
d) Ricordi la mia predilezione commerciale per i “bianchi” (Nosiola) quando si parlava unicamente di “rossi” e persino di Moscato Rosa??? Non se ne fece nulla ma pare tornino di moda, quanto la lotta regionale alle slot machines, alla differenziata dei pannoloni, all’incremento delle rette negli asili.
Anche se vicino 1.200 km leggo sui nostri giornali le solite testimonianze ingessate, parole che cadono per non rialzarsi in tempi brevi ma per galleggiare in una tinozza. Mi piace quello che hai scritto perché continui a vedere avanti. Con un trend sempre professionale. Come Ziliani e tutti gli altri che pian piano arrivano qui da Cosimo. Un prosit a noi per un buon 2013 e un nuovo 2014 !