Ho scritto una letterina a Babbo Natale
C’era scritto: caro Babbo, c’è quell’ometto
Triste e solo, che manco la moglie
L’ha più voluto
Che a settant’anni passati da un pezzo
Va a correr dietro alle ruby-cuory
Di diciassetteotto anni
Che si fa la leggina per salvarsi il cubo
E che se ne frega se la tredicesima se ne va in cubo
A pagare gli aumenti e le tasse
E il panettone che non cala mica
Anche se c’è crisi
E che una cena all’ultimo dell’anno
Costa come para para all’anno scorso.
Quell’ometto piccolo
Che poveretto non lo sa come siamo messi
E che se glie lo dicono dice
Che è tutta propaganda di quei comunisti
Che tanto vale spaccargli la testa da piccoli
Prima che crescano e vadano a fare politica.
Gli ho scritto, caro Babbo, quell’ometto lì
Che mi pare tanto affaticato
Mandalo in vacanza alle Fiji, in Indonesia
In Madagascar
Mandamelo in Autralia
O se gli piace la neve mandalo al polo,
sulle montagne rocciose, anche a Cortina
basta che ci resti
ma liberaci dal male amen.