Quasi vent’anni di autentica antipolitica, raccolti in una conferenza stampa delirante e risibile. Continua ad attaccare i magistrati, minaccia di far cadere il Governo Monti che sostiene da quasi un anno. Attacca l’Unione Europea, Parigi e Berlino, cui imputa la perdita di credibilità che ha sofferto in campo internazionale. Un’indecorosa uscita di scena per l’ex premier che non ha retto il passaggio dalla civiltà televisiva a quella di Internet…
La strategia è sempre la solita: i cattivi sono gli altri, noi siamo i buoni, quelli che non hanno nulla di cui vergognarsi.
Viviamo in un paese strano, in cui uno dei leader che sostengono l’attuale maggioranza di governo può permettersi il lusso di apparire in TV per oltre un’ora in un giorno di silenzio elettorale, almeno in Sicilia.
Non si dica che le elezioni regionali sono poco significative: il colpo di spugna che vuol spazzare via la partitocrazia della seconda repubblica è inarrestabile e partirà proprio dalle elezioni di oggi nell’isola.
La scena è indecorosa e ispira tantissima pietà: Grillo, al suo cospetto, è un fine stratega politico dotato di capacità di pianificazione non indifferente. Dopo la valanga di sciocchezze che ha blaterato nella conferenza stampa fiume di Villa Gernetto, convocata (stranamente!) in un giorno in cui in Sicilia avrebbe dovuto vigere il silenzio elettorale, ci accorgiamo ancora una volta della pochezza contenutistica del Cavaliere e dei suoi fedelissimi. Parla, delirando per quella sentenza di condanna per evasione fiscale, di fuga dall’Europa e di asse Merkel-Sarkozy, colpevole quest’ultima di aver distrutto la sua credibilità internazionale. Aria smarrita tra i giornalisti presenti alla conferenza stampa: quale credibilità internazionale, si chiedevano mormorando?
Fuori dall’Europa, (+5% nei sondaggi!), giù il governo Monti (valeva almeno 10 punti di consenso sei mesi fa, oggi molto meno!) e cambiamo la magistratura brutta, sporca, rossa e cattiva: cerca di recitare la parte del perseguitato ma è solo un evasore fiscale, un parassita della società secondo alcuni spot che andavano sulla tv di stato fino a pochi mesi fa. E in più ti tolgo IMU ed Euro: chi offre di più? Il manuale del perfetto populista e della disonestà intellettuale.
Si provi a spiegare perché Berlusconi sia da considerare un perseguitato, e un cittadino che non paga il bollo auto un evasore. Farneticazioni, immotivato vittimismo di chi ha retto un governo non legittimato direttamente dal popolo, dietro la rassicurazione che i costi della politica non sarebbero stati tagliati.
Ma ci si può sempre ripensare. E ovviamente torna indietro sui suoi passi, rinnega le parole del giorno prima e fa ridere tutti. E’ inutile far calcoli, Berlusconi è imprevedibile come una cartella esattoriale: arriva quando meno te lo aspetti e ti strappa un “Porca puttana” d’ordinanza. Ormai è una macchietta, come tutti i potenti che perdono consenso e non rinunciano a rimanere aggrappati alla poltrona. Il nemico del Silvio Nazionale è sempre rosso di colore, comunista o meno è la magistratura a non fargli dormire sonni tranquilli. Deve difendersi, non può lasciare proprio adesso. Il risultato della sentenza Mediaset ha messo ancora in risalto un fallimento del gruppo di potere che ha governato l’Italia negli ultimi 18 anni, che aveva cercato di far quadrato attorno all’autoproclamatosi leader che ha frantumato l’idea di destra.
Sì, perché senza Berlusconi, probabilmente avremmo una situazione profondamente diversa, magari ancora di tipo bipolare nonostante le implicazioni proporzionaliste della società italiana. Ora la società civile è
Adesso, il Re sempre più nudo, minaccia di far cadere il governo che ha affamato l’Italia e gli italiani, grazie al consenso trasversale di PdL,PD e UDC: il pallone è mio, e non si gioca più, deve aver detto il Cavaliere, un po’ come quel personaggio del film con Pippo Franco che “mi vendo la fabbrica e mi vado a magnare li sordi nella costa svizzera”. Si sta auto ridicolizzando. E’ l’ennesima pagliacciata che ci regala l’ex maghetto di Arcore. Avrebbe dovuto pensarci prima, Berlusconi. Magari il gioco del “Tre oro vince, tre oro perde” gli sarebbe ancora riuscito, nel novembre scorso.
La grandeur di un personaggio politico si distingue anche dal tempismo con cui riesce a tirarsi fuori dalla melma che sta per avvolgerlo e tirarlo a fondo. Berlusconi è già sepolto da almeno 5 anni, ma ancora rimane attaccato alla liana che lo tiene a galla. Chi potrà farlo affondare?
In prima istanza (speriamo) il corpo elettorale, che non dovrebbe rinnovare la preferenza ad un gruppo di potere avido di ricchezze e povero di preparazione, votato solamente al lusso e ai piaceri perversi del vizio.
Il resto lo faranno le lotte intestine.
I suoi “fedelissimi”, destinati a spaccarsi. Da una parte i falchi, in primis gli ex AN, che dovranno abbandonare la nave che affonda se vogliono avere una possibilità di rielezione alle prossime politiche. Dall’altra i colombi berlusconiani della prima ora, quelli che propugnano la “B Generation” (aaaaaaah!) come possibile nuova classe dirigente per un’Italia ormai demolita da anni di puttanocrazia e incompetenza. Sembra ormai inevitabile, per il centrodestra, una fine ingloriosa che rischia di gettare l’ex partito più votato in Italia al limite del 10%.
E quando l’acqua arriva in cambusa, i topi iniziano a cercare una via di scampo: ecco spiegato il perché di tutte queste candidature alle primarie di una creatura ormai defunta, tanto quanto la fiducia degli italiani nella vecchia politica.
E’ ora di cambiar pagina: anni di malgoverno ci hanno svenduti alla logica della finanza e delle banche. Per questo è l’Italia a chiederti a gran voce: caro Silvio, grazie di tutto (leggasi Van Basten e Gullit).
Ma adesso è proprio venuto il momento che tu ti tolga dalle palle…
Per il bene della nazione.