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Caro diario....

Creato il 21 ottobre 2012 da Mrs Garrick

Ho appena finito di leggere una biografia di Samuel Pepys (1633 – 1703), funzionario statale del XVII secolo, famoso al giorno d'oggi per il suo diario, un'affascinante mistura di oservazioni personali e testimonianze di grandi avvenimenti

Samuel Pepys

Samuel Pepys

Pepys fu un personaggio incredibile. Visse, lavorò e scrisse il suo diario in un periodo incredibilmente ricco di importantissimi eventi storici. Vide la Seconda guerra Anglo-Olandese del 1665-1667, la grande peste del 1665 e pesino l'incendio di Londra del 1666.  Ha conosciuto tutti quelli che valeva la pena conoscere nel XVII secolo e ha servito quattro re (Carlo I, Carlo II e Giacomo I Stuart) e Oliver Cromwell. Ha persino assistito alla Gloriosa Rivoluzione, anche se  una settimana dopo l'ascesa al trono di Guglielmo III d'Orange e Maria II, si dimise dal Segretariato.

Ma la cosa più incredibile è il suo diario, scritto in una forma di stenografia, dove per quasi dieci anni registrò la sua vita quotidiana con fanciullesco entusiasmo. Le sue avventure galanti, ai rapporti con i suoi amici e i suoi affari: tutto è descritto con sorprendente onestà. Anche le sue meschine gelosie, le sue insicurezze, le sue preoccupazioni, e la sua relazione piena di alti e bassi con una moglie a cui fu comunque sempre devoto. Soprattutto e' un affascinante resoconto della Londra degli anni attorno al 1660.

Amava talmente tanto i libri e la lettura che la prima libreria a pavimento fu costruita per lui. Anzi, le prime librerie, che Pepys ne aveva dodici di queste scaffalature, fatte su misura per lui a partire dal 1666 con sezioni diverse e mensole aggiustabili per ospitare libri di dimensioni diverse. E se le librerie originali di Pepys vivono ora al Magdalen College di Cambridge, al museo ce n'è una praticamenete uguale che è appartenuta a William Blathwayt, a sua volta Segretario di Stato, il cui zio era un amico di Pepys. Pare che Blathwayt, in visita a casa dal nostro diarista a Londra, avendo visto le librerie di Pepys se ne sia fatte costuire immediatamente una simile. Inutile dire che questo oggetto che prima non c'era mi affascina. Dove terrei tutti i miei libri se non fosse stato per Pepys e il suo senso pratico?

Inutile dire anche che mi è venuta una gran nostalgia dei tempi in cui anch’io tenevo regolarmente un diario. Che anche se in un certo senso il blog si puo' considerare una specie di diario, lo è fino ad un certo punto, che c’è sempre un’autocensura. Quello che mi manca il gesto fisico dello scrivere, il vedere il miei pensieri srotolarsi sulla carta, prendere la forma di lettere e parole. Sarei una  buona Pepys, io. Certamente lo sono stata in passato quando scrivevo forsennatamente ogni cosa che mi passava per la testa. Forse dovrei ricominciare a farlo, ma per un diario occorrono tempo e una solitudine che la convivenza (soprattutto se in un monolocale pieno di roba come quello in cui viviamo io e la mia dolce meta') non offre. Soprattutto occorre uno spazio mentale che al momento non riesco ad avere. Pazienza. Ci saranno tempi migliori.

E allora per usare la caratteristica frase di chiusura di Pepys: "E ora a letto."


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