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Caro FB va tutto bene, ma… anche le margherite sono nude

Creato il 17 febbraio 2016 da Beltane64 @IrmaPanovaMaino

Caro FB va tutto bene, ma... anche le margherite sono nude

Caro FB va tutto bene, ma le tue regole chi le applica? Spesso vengono attivati blocchi del tutto ingiustificati e vengono penalizzati post e persone in modo del tutto arbitrario. Di seguito vi riportiamo tutta la regolamentazione ( Standard della comunità) sui contenuti prevista dal social, mettendo fra parentesi e in rosso le nostre osservazioni.

Caro FB va tutto bene, ma… anche le margherite sono nude

Le persone usano Facebook per condividere le loro esperienze e sensibilizzare altre persone su questioni che ritengono importanti. Ciò significa che potresti imbatterti in opinioni diverse dalle tue, cosa che riteniamo possa portare a conversazioni significative su argomenti difficili (ovvero alle classiche liti, in cui difficilmente la parola significativo equivale a civile). Tuttavia, per bilanciare in modo adeguato le esigenze, la sicurezza e gli interessi di una comunità eterogenea, potremmo rimuovere alcuni tipi di contenuti inappropriati (chi decide cosa è appropriato e cosa no? E quando un insulto può essere considerato tale, solo quando è esplicito?) o limitare il pubblico che li può vedere. Per maggiori informazioni su come operiamo in questi casi, clicca qui (cliccando lì si apre la sotto sezione che riportiamo di seguito).

Contenuti di nudo

Le persone a volte condividono contenuti che mostrano nudità per ragioni legate a campagne di sensibilizzazione o a progetti artistici. Limitiamo (quando fa comodo, altre volte nessuno vede niente) la visualizzazione di immagini di nudo perché alcune persone della nostra comunità globale sono particolarmente sensibili a questo tipo di contenuti per via della loro cultura o età. Per trattare in modo equo le persone e rispondere velocemente alle segnalazioni, è fondamentale disporre di normative i cui termini globali siano applicabili in maniera semplice e uniforme quando si controllano i contenuti (cioè a casaccio). Di conseguenza, le nostre normative sono talvolta più rigide di quanto ci aspettiamo e limitano anche contenuti condivisi per obiettivi legittimi (in sostanza i pornografi, con profili falsi, infestano la rete, ma una campagna di sensibilizzazione può venire cassata). Ci impegniamo sempre al massimo per migliorare l'analisi dei contenuti e per far applicare i nostri standard.

Rimuoviamo le foto dei genitali delle persone o che ritraggono fondoschiena completamente in vista (davvero? E tutti quei filmetti hard che ci infestano? Ah già, nei primi fotogrammi sono ancora vestiti, forse). Rimuoviamo anche le immagini di seni femminili dove è visibile il capezzolo (tutto il seno sì ma non il capezzolo? Questa sì che è una assurdità! E perché il seno femminile sì e quello maschile no? Non hanno i capezzoli anche loro?), ma permettiamo sempre la pubblicazione di foto di donne che allattano o che mostrano il seno con cicatrici causate da una mastectomia (nel primo caso il seno è sempre un seno, anche perché non c'è alcuna differenza se le intenzioni sono illecite. Nel secondo l'ironia viene spontanea e se non la diciamo, è solo per rispetto, ma non certo verso fb). È permessa anche la pubblicazione di fotografie di dipinti, sculture o altre forme d'arte che ritraggono figure nude (nudi sì, ma senza capezzoli! Mi raccomando!). Le restrizioni relative alla visualizzazione di nudità e alle attività sessuali si applicano ai contenuti creati digitalmente a meno che non vengano pubblicati a fini educativi, umoristici o satirici (in poche parole posso pubblicare disegni erotici a scopi educativi? E chi stabilisce cosa sia veramente educativo su un social?) . Sono vietate le immagini esplicite di rapporti sessuali. Anche le descrizioni di atti sessuali che entrano troppo nel dettaglio potrebbero essere rimosse (quanto è il dettaglio? Dove inizia e dove finisce? Forse al capezzolo).

Contenuti che incitano all'odio

Facebook rimuove i contenuti che incitano all'odio, compresi quelli che attaccano direttamente una persona o un gruppo di persone in base a:

  • razza;
  • etnia;
  • nazionalità di origine;
  • affiliazione religiosa;
  • orientamento sessuale;
  • sesso;
  • disabilità o malattia.

Le organizzazioni e le persone impegnate a promuovere l'odio contro questi gruppi protetti non possono avere una presenza su Facebook. Come per tutti i nostri standard, confidiamo nelle segnalazioni della nostra comunità per individuare questi contenuti (però incitare al suicidio è lecito? Soprattutto nei confronti di ragazzini delle medie? Gruppo fb realmente esistente).

Le persone possono usare Facebook per mettere in discussione idee, istituzioni e linee di condotta in modo da promuovere il dibattito e una maggiore comprensione (il dibattito genera discussione, la discussione può far alzare i toni. Magari, sarebbe meglio specificare che vi sono argomenti, come la squadra di calcio, in cui dibattere civilmente è impossibile. Vogliamo censurare anche quello? E perché non la politica, che tanto di sicuro fa svalvolare le persone?). Talvolta si condividono contenuti altrui che incitano all'odio con lo scopo di sensibilizzare o informare le altre persone riguardo ai discorsi di incitazione all'odio. In questo caso, ci aspettiamo che le persone indichino chiaramente la loro intenzione (giusto, avvisiamo chiaramente fb che il post è fatto per sensibilizzare, altrimenti da solo non lo capisce, il resto del mondo è composto da scemi. Non fb, ovviamente), aiutandoci a capire meglio perché hanno condiviso tale contenuto.

Sono consentiti messaggi umoristici, satirici o commenti relativi a questi argomenti (quindi, se ridendo o scherzando insulto una razza intera, posso farlo? Ma lo capiranno anche gli altri o lo capisce solo fb?). Riteniamo che l'uso delle identità autentiche spinga le persone a essere più responsabili (ma nemmeno per sogno! I pedofili sono in rete con le loro facce e nomi veri! Così come i maniaci, i bulli, i depravati, gli idioti e le zoc... ops, le signorine poco per bene) quando condividono questi tipi di contenuti. Per tale motivo, richiediamo ai titolari delle Pagine di associare il proprio nome e il profilo Facebook ai contenuti inopportuni, anche se rispettano le nostre normative (e quando le pagine sono gestite da più amministratori? In questo caso, quando metteranno la funzione multipla? E se un amministratore non vuole prendersi la responsabilità, gli altri admin che fanno?). Come sempre, invitiamo le persone a condividere questo tipo di contenuti tenendo in considerazione il pubblico di destinazione (come fa fb quando mi condivide in bacheca pagine o gruppi di cui non mi importa un tubo! Tipo quelli di donnine semi nude! Oppure quando sbandiera il mio profilo a chiunque, invitandolo a chiedermi l'amicizia, alla faccia della mia privacy) .

Ci impegniamo al massimo per rimuovere i contenuti di incitazione all'odio, ma mettiamo a disposizione anche degli strumenti per evitare la visualizzazione di contenuti offensivi o di cattivo gusto (e tali strumenti in mano a qualche imbecille, possono davvero fare danni). Maggiori informazioni sugli strumenti che offriamo per controllare ciò che vedi. Puoi usare Facebook anche per condividere cosa pensi con la comunità di cui fai parte. Controbattere (controbatto a chi? Hai sistemi automatici di fb? Chi sarebbe il mio interlocutore? Il forum sul quale non esiste un moderatore che risponda?) a questi tipi di discorsi fornendo informazioni precise e punti di vista alternativi può contribuire alla creazione di un ambiente più sicuro e rispettoso.

Contenuti violenti e immagini forti

Facebook è da molto tempo uno spazio dove le persone condividono le loro esperienze e sensibilizzano gli altri su problemi importanti. A volte queste esperienze e questi problemi implicano la condivisione di contenuti violenti e immagini forti di pubblico interesse, come violazioni dei diritti umani e atti di terrorismo. In molti casi, le persone condividono questo tipo di contenuti per condannarli o sensibilizzare gli altri su tali questioni. Rimuoviamo le immagini forti quando vengono condivise per ragioni sadiche o per celebrare la violenza (certo, i gattini impiccati non sono immagini forti, così come non lo sono i bambini morti sulla spiaggia, quelli fanno parte della campagna di sensibilizzazione... ).

Quando le persone condividono qualcosa su Facebook, ci aspettiamo che lo facciano in modo responsabile, scegliendo con attenzione il pubblico che vedrà il contenuto (e questa cernita come andrebbe fatta, secondo loro? Attraverso le pagine? I gruppi? I profili personali?). Chiediamo inoltre alle persone di avvisare il loro pubblico riguardo a quanto stanno per vedere qualora ci fossero immagini di violenza esplicita (così fb può bloccarti più facilmente, non deve nemmeno fare la fatica di trovarti).

Leggendo tutto questo si evince la totale mancanza di parametri effettivi, lasciati piuttosto alla soggettività di chi, teoricamente, dovrebbe controllare, secondo il proprio gusto, il proprio bagaglio culturale e la propria educazione sociale. L'incognita permane perché non vi è nulla di specifico (se non il capezzolo, unica cosa chiara in tutto questo chilometrico testo) e non vi è nulla che possa chiaramente far capire, a chi amministra pagine e gruppi, quali sono gli effettivi standard a cui attenersi per non ritrovarsi con pagine, gruppi o profili bloccati. Tuttavia, la cosa più grave è l'impossibilità di poter avere un interlocutore diretto con cui poter chiarire immediatamente qualsiasi contenzioso. Se vi bloccano e vi obbligano a dover passare attraverso determinati automatismi per riuscire a tornare operativi, possono passare anche settimane e, se nel frattempo voi con FB ci lavorate, tutto il vostro tempo finisce nel freezer in attesa che qualcuno, nell'olimpo del social, si decida ad esaminare il vostro caso. Personalmente trovo che tutto questo non solo non abbia senso ma finisca per favorire sempre e comunque chi delle regole non se ne fa niente. Chi diffonde immagini pornografiche cambia profilo così come io cambio la biancheria ogni mattina e tutto quanto scritto qui non lo sfiora minimamente. Chi incita alla violenza e all'odio razziale è ben nascosto dietro nomi di organizzazioni o profili costruiti appositamente. Chi truffa la gente si propone con dei profili creati ad arte, magari copiati da quelli veri. Chi in realtà viene seriamente penalizzato è, di solito, chi invece lavora in modo onesto o cerca, semplicemente, di interagire in rete.


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