Forse non molti lo sanno, ma nel Parlamento italiano esiste un Gruppo di Collaborazione Parlamentare Italia – Iran. Un Gruppo il cui scopo dichiarato, dall’elezione di Hassan Rouhani ad oggi, e’ quello di promuovere nuove relazioni con la Repubblica Islamica dell’Iran. Per quanto ci riguarda, lo sapete, non siamo del parere che bisogna aprire politicamente ed economicamente a Teheran, perche’ siamo profondamente convinti che – indipendentemente da chiunque venga eletto alla Presidenza – la natura oppressiva del regime iraniano resta sempre la stessa. Nonostante cio’, siamo attenti ad ascoltare le voci esterne e siamo ad elogiare chi, concretamente, si impegna per il bene del popolo iraniano.
Dopo la lettera aperta a Federica Mogherini, oggi vogliamo testare la serietà dell’impegno “verso un nuovo Iran” da parte di questo Gruppo di Collaborazione Parlamentare Italia – Iran. Si tratta di un gruppo formato da cinque deputati, di diversi partiti: Ettore Rosato e Gregorio Gitti del Partito Democratico, Paolo Alli del Nuovo Centro Destra, Deborah Bergamini di Forza Italia e Maria Eedera Spadoni del Movimento Cinque Stelle. Negli ultimi tempi questo gruppo di e’ molto impegnato, anche in collaborazione con l’Ambasciatore iraniano in Italia, per sostenere la necessita’ di ristabilire relazioni diplomatiche importanti con Teheran, sottolineando come il sostegno dell’Italia – e dell’Occidente – sia necessario per ottenere positivi cambiamenti anche all’interno dell’Iran.
Orbene, pur non condividendo, decidiamo di accettare questa affermazione. Allo stesso tempo, pero’, evidenziamo come oltre a dare, e’ tempo anche che l’Occidente – Italia in testa – chieda anche conto al regime iraniano delle sue azioni e dei suoi costanti abusi dei diritti umani. Volontariamente e colpevolmente, evitiamo qui di aprire una lunga lista di abusi dei diritti umani compiuti dal Teheran dall’elezione di Rouhani ad oggi, ed evitiamo inoltre iniziare discorsi sui massimi sistemi. Chiediamo quindi ai deputati del Gruppo Parlamentare Italia – Iran di agire concretamente per ottenere l’immediata scarcerazione di una attivista di primo piano, arrestata ieri e rinchiusa nel carcere di Evin.
I figli di Narges Mohammadi, dopo aver appreso la notizia dell’arresto della mamma
Come saprete, stiamo parlando di Narges Mohammadi, una donna di un coraggio unico, simbolo di tutti i cambiamenti che il regime iraniano deve apportare per dimostrare la sua sincera volontà di cambiamento. Narges, infatti, e’ accusata dalle autorità iraniane di tutta una serie di crimini che dovrebbero rappresentare le battaglie dell’Occidente per il popolo iraniano. Tra le imputazioni contro Narges Mohammadi, infatti, troviamo:
– la creazione di un gruppo contro la pena di morte (Step by Step to Stop the Death Penalty), una campagna che dovrebbe andare di pari passo con la Moratoria Universale contro la Pena di Morte, sostenuta in primis dalla diplomazia italiana;
– aver manifestato davanti al Parlamento iraniano contro gli attacchi con l’acido alle donne iraniane. Anche in questo caso, la battaglia per i diritti delle donne dovrebbe essere appoggiata senza se e senza ma dall’Occidente. In particolare, da un’Italia che ha aperto al regime iraniano proprio durante il Ministero di Emma Bonino alla Farnesina;
– essere la vicepresidente del Centro per i difensori dei diritti umani, un organismo creato dal Premio Nobel Shirin Ebadi, costretta all’esilio per continuare a difendere il popolo iraniano;
– aver incontrato l’ex Mrs. Pesc Catherine Ashton nel Marzo 2014, ed aver promosso in quella occasione la necessita’ di rafforzare la societa’ civile iraniana e liberare i leader dell’Onda Verde, costretti agli arresti domiciliari senza neanche aver subito un regolare processo.
La battaglia per la liberazione di Narges Mohammadi, quindi, deve assolutamente essere la battaglia dell’Occidente per pretendere dalla Repubblica Islamica uno standard (minimo…) di tutela dei diritti del popolo iraniano. In particolare, questa battaglia deve essere sostenuta senza se e senza ma da chi, pubblicamente, appoggia l’idea di riportare l’Iran all’interno della Comunità Internazionale. Una Comunità che ha delle regole ben precise, regole costantemente violate dalla Velayat-e Faqih. Ecco perché, Egregi Deputati del Gruppo Parlamentare di Collaborazione Italia – Iran, riteniamo che questo sia il vostro momento. Oggi potete dimostrare la vostra serietà e il vostro impegno per un Iran diverso. Come detto, non crediamo alla volonta’ del regime iraniano di cambiare, ma saremo pronti a riportare e sottolineare il Vostro concreto impegno per ottenere questo cambiamento. Agite ora e chiedete l’immediata liberazione di Narges Mohammadi.
Cordialmente
Collettivo No Pasdaran