Caro Lucio,
ricordi quando mi telefonasti pregandomi di entrare nella produzione di Tosca Amore Disperato?
Io ti sto scrivendo perché sono certo che tu leggerai quello che ti scrivo.
Il nostro è stato un incontro fortuito: venisti a vedere Notre Dame e mi dicesti che era la quinta volta che lo vedevi. Io ti dissi: "Perché non scrivi un'opera?". E tu mi dicesti: "ci penso da parecchio tempo", poi, su richiesta di Ferdinando Pinto, hai scritto "Tosca, amore disperato".
A metà strada hai avuto paura che Pinto non fosse nella lunghezza d'onda della tua opera e mi hai pregato di intervenire.
Non voglio raccontare le vicissitudini ed i problemi che ho dovuto affrontare, ma voglio ricordare il bellissimo rapporto che abbiamo avuto vivendo per diversi mesi ogni momento della composizione, della registrazione, della scelta degli interpreti, della scenografia e del coreografo; Ci siamo divertiti e sei riuscito a farmi dimenticare il problema principale di un produttore: il costo.
Montare l'opera è stato molto faticoso, ma non sentivamo la fatica. Ogni momento la nostra energia aumentava e come una pila ci ricaricavamo ascoltando "le arie" che componevi. Poi ti sei accorto che il regista scelto correva il rischio di fare un'opera troppo classica e allora hai deciso di intervenire di persona anche nella regia.
Risultato: Un capolavoro assoluto e mille emozioni.
Io ti scrivo perché voglio ringraziarti per la bellissima esperienza vissuta insieme. Siamo diventati amici, veri amici e mi hai battezzato con il soprannome di "Generale". Tutte le tue mail ed i messaggi e le telefonate iniziavano con "Generale", per poi continuare delle lunghe conversazioni sulla Tosca e su quello che si doveva fare.
Ricordi quando ti ho voluto fare un regalo e ho voluto presentare la tua Tosca al Festival Pucciniano di Torre del Lago senza usare le basi ma usando la Grande Orchestra del Festival Pucciniano e con la stessa orchestra abbiamo fatto uno spettacolo all'Arena di Verona? Poi abbiamo registrato un video, video che ancora possiedo e che terrò come cimelio personale.
Io so quanto tenevi alla Tosca e giuro che la rivedrai in scena in un grande tour mondiale. Si dico rivedrai perché sono certo che tu mi seguirai come hai sempre fatto.
Sai che io ti devo la vita, perché sei stato tu a convincermi a fare il trapianto di fegato che mi ha salvato, sei stato tu che mi ha obbligato ad andare a fare una visita dal Professor Giovanni Gasbarrini, che sentenziò la necessità del trapianto. Hai seguito il mio intervento e sei venuto a trovarmi in Ospedale creando caos nei corridoi del Policlinico Gemelli.
Ricordi quando ti dissi che avevo paura perché avevo un figlio piccolo che non volevo lasciare solo e tu mi dicesti: "Non ti preoccupare, il trapianto oggi è un intervento semplice e quasi di ambulatorio" Mi dicesti anche che sarei stato in piedi dopo una settimana e che, se disgraziatamente mi fosse successo qualcosa tu avresti pensato a mio figlio. Ricordi che quando venisti a trovarmi ti insultai perché stavo soffrendo maledettamente e tu scoppiasti a ridere.
Oggi io sono qui e tu sei andato a suonare e cantare nella grande orchestra e coro del cielo. Sentiremo le tue melodie e quando sentirò un tuono penserò ad un tuo acuto.
Lucio io continuerò a scriverti e tu a leggermi sino a quando ci rincontreremo e organizzeremo insieme il più grande spettacolo al mondo.
Ne sono certo!!!
Ti voglio e ti vorrò sempre bene.
David Zard