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Caro papà in trasferta

Creato il 14 giugno 2012 da Moltiplicatomamma @MoltiplicaMamma
Caro papà in trasferta,dovresti organizzarti meglio e fare in modo di non allontanarti così spesso dalla tua città. Il progresso serve anche a questo. Sappi che esistono nuovi e potenti mezzi di comunicazione. Ad esempio, per il nostro anniversario, ho pensato di regalarti le attrezzature necessarie per la videoconferenza. Io le utilizzavo quando lavoravo in Cisco, correva l’anno 2001. Saranno arrivate anche ai comuni mortali, ormai.Quando sei via tu, i puffi sovvertono tutti gli ordini imposti: l’ora della siesta si trasforma in un rave party e quella del pranzo in una festa di Carnevale, con la sabbiolina sparsa tutta a terra, come coriandoli colorati. Avevo cucinato bene, io. Ci avevo messo del tempo. Avevo fatto la carne al vapore e poi l’avevo omogenizzata. Quella biologica, quella che 100 gr di codata di vitello costa quanto mezzo kg della fiorentina del tuo gioielliere - ops macellaio - di fiducia. Ci avevo messo tutte le verdurine, anche. Bio, ovviamente, anche loro – che se molli il lavoro e ti metti a coltivare mezzo ettaro di erbette e dici che sono specifiche per l’infanzia ci compriamo l’attico che vendono qui accanto.Ma io non mi sono fatta scoraggiare, no. Ci mancherebbe. Non preoccuparti, non mi troverai triste e stanca. Neanche se ho pranzato ingurgitando in piedi lenticchie in scatola e ci sono 40 gradi all’ombra. Tanto erano fredde. Neanche dopo che Tommaso ha pianto per un’ora intera e io non ho capito perché. Forse perché gli sta spuntando il secondo dentino. Almeno, credo. Sai, questa storia del pianto del neonato ancora non mi è chiara. Gliel’ho chiesto: Tesoro, hai fastidio? Ma non mi ha risposto. Dolore da qualche parte? Sguardo assente. Magari erano capricci e io l’ho tenuto in braccio lo stesso. Forse però sentiva caldo. O doveva fare la cacca (in effetti poi l’ha fatta, per la seconda volta in un giorno – e via un altro cambio), ma non ha smesso di piangere. O forse aveva solo sonno. Ora, miracolo! Dormono tutti e due. Uno nel suo lettino, nella nostra stanza. E l’altro qui accanto a me, sul divano del soggiorno. Non vedo l’ora che ci trasferiamo a casa nuova (a proposito, hai chiamato il tizio per il preventivo delle porte?). Qui nel bilocale iniziamo a stare veramente stretti e, dopo la fatica che faccio ad addormentarne uno, se l’altro con le sue urla lo sveglia… No, dai. Non mi scoraggio. Neanche in questo caso.C’è silenzio. Chissà quanto durerà.Meno del previsto. Ecco Lorenzo. Si è svegliato.

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