Nascessi anche fra cinque minuti, caro Royal Baby, ti sei già preso il lusso di farli aspettare tutti: alcuni coi microfoni in mano ed altri con fior di corone sulla testa, giornalisti e nobili, gente che vive comunicando notizie e gente che vive ricendo ossequi. Tutti, senza distinzioni, in fila davanti al pancione: attesa democratica in terra monarchica. Già per questo meriti un grazie, per aver ricordato che davanti al miracolo della vita ci sono solo spettatori e non padroni, testimoni e non signori.
Un sentito grazie te lo dovrebbero anche coloro che, approfittando del tuo arrivo, ci stanno guadagnando alla grande: l’industria dei “memorabilia”, da tempo all’opera per produrre oggettistica di tutti i generi e per tutti i gusti, ha difatti avviato un mercato di souvenir e giocattoli “reali” – stima il Centre for Retail Research – da 80 milioni di sterline, mentre altri 87 verranno spesi dai tuoi compatrioti in champagne e dolci per festeggiare la tua nascita, più altri 76 milioni in libri, biglietti e dvd: una specie di secondo Natale.
Un ulteriore ringraziamento – questa volta planetario e non solo britannico – ti arriverà poi da tutti quando, nascendo, porrai fine ad un’attesa ansiogena che a noi comuni mortali riguarda fino ad un certo punto ma che ci viene somministrata a tutte le ore a base di servizi televisivi, inchieste giornalistiche, presunti scoop e autentici martellamenti mediatici. Vedere il tuo visino, senz’altro tenero e dolcissimo, sarà quindi una piccola grande liberazione, caro Royal Baby, fidati: il mondo intero, ormai da settimane, è rinchiuso in ostetricia.