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Caro sergio romano, ecco chi veramente teme una “pace iraniana”

Creato il 08 novembre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

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Il Corriere della Sera di oggi, in prima pagina, pubblica un pezzo di Sergio Romano intitolato “Chi può temere la pace iraniana”. Nel pezzo, l’ex Ambasciatore Romano afferma che Israele, l’Arabia Saudita e il Partito Repubblicano negli Stati Uniti, temono un accordo tra Teheran e Washington perchè, in soldoni, ciò determinerebbe la trasfomazione della Repubblica Islamica in una potenza regionale necessaria per la risoluzione delle crisi in Siria, Libano, Afghanistan ed Iraq. Una tesi, questa, sostenuta non solo da Romano, ma anche da altri “esperti” occidentali di politica estera.

Per quanto ci riguarda, intendiamo rispondere anche noi alla domanda posta da Sergio Romano, individuando chi veramente ha motivo di temere una pax iraniana. In primis, però, chiariamo una cosa: è necessario capire di quale pace parliamo. Considerando che Teheran ha ben chiarito le sue linee rosse - che, tra l’altro, prevedono di non chiudere gli impianti per l’arricchimento dell’uranio, di non interrompere il programma missilistico e di non fermare l’arricchimento dell’uranio al 20% - riteniamo di poter dire che quello che i negoziatori iraniani intendono firmare, è un accordo di breve periodo, utile unicamente ad alleggerire le sanzioni e ridare respiro al regime.

Passiamo ora ad analizzare chi, secondo la domanda di Romano, teme una pax iraniana. Citando i due Paesi nominati dall’ex Ambasciatore, dobbiamo ammettere che possiamo individuare diversi motivi per cui Israele e Arabia Saudita possono temere un appeasement verso Teheran. Per quanto concerne Israele, ad esempio, è un dato di fatto che l’Iran ha ne più volte invocato la sparizione dalle mappe geografiche e che il regime iraniano sta sviluppando un programma missilistico capace di raggiungere il territorio israeliano. Per quanto riguarda l’Arabia Saudita, quindi, anche in questo caso capiamo la preoccupazione della famiglia reale a Riyadh: il regime iraniano, infatti, finanzia direttamente i ribelli separatisti in Yemen ed in Bahrain. Senza contare che, proprio il programma nucleare iraniano, sta sconvolgendo l’equilibrio nella regione del Golfo, portando i sauditi a sviluppare un loro programma nucleare assai pericoloso…

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Andiamo avanti: Romano sostiene che la pax iraniana determinerebbe la nascita della potenzia regionale iraniana che, a sua volta, aiuterebbe la risoluzione dei conflitti in Siria, Libano, Afghanistan e Iraq. Beh, come ragionamento risulta assai curioso, soprattutto se si considera che questi conflitti sono direttamente causati dall’Iran e che le realtà coinvolte – Hezbollah, Assad, il Governo di al Maliki e i Taliban – vengono finanziate ed obbediscono spesso direttamente agli Ayatollah. Hezbollah in Libano è, infatti, una creazione dei Pasdaran; il regime di Assad sopravvive solamente grazie a Teheran; il Governo Maliki è diventato, praticamente, un puppet della Repubblica Islamica e sta determiando gravissimi scontri settari in Iraq; in Afghanistan, infine, gli inglesi hanno provato la collaborazione diretta tra la Forza Quds e le milizie Taliban. Insomma, Sergio Romano sta invitando indirettamente l’Occidente a calarsi le braghe, accettando di poter risolvere i problemi del mondo finendo tra le braccia di chi li causa direttamente…Per gli eredi di Churchill si tratta di una soluzione assai triste…

IRAN IN SIRIA
Infine l’aspetto più triste della vicenda, quello che rende la domanda di Sergio Romano quasi un abominio per i valori occidentali. Un accordo con il regime iraniano senza progressi in merito ai diritti umani in Iran, infatti, farebbe si che il principale sconfitto di tutta questa storia sarà proprio il popolo iraniano. Dall’elezione di Rohani, lo ricordiamo, la Repubblica Islamica ha preseguito – senza interruzione – ad usare la macchina della repressione contro oppositori politici, giornalisti, artisti e membri delle minoranze. Un accordo che mettesse il regime al sicuro dalle pressioni internazionali, provocherebbe indirettamente l’abbandono da parte della Comunità Internazionale dell’opposizione iraniana, l’unica che veramente vuole un Paese libero dall’oppressione del fanatismo religioso.

E’ soprattutto al popolo iraniano che Romano & Co. devono chiarire le loro posizioni politiche ed è sempre a loro che questi “intellettuali” dovranno un giorno spiegare perchè – quello che vuole essere descritto all’esterno come il mondo libero – ha deciso di abbandonare e lasciare morire coloro che, nonostante la paura e le violenze, lottano quotidianemente per un Iran diverso.

Marg Bar Diktator
Free Iran Now


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