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Carosello – C’era una volta la tv 15

Creato il 06 maggio 2013 da Marvigar4

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   Il 3 febbraio 1957 andò in onda sul canale Nazionale Carosello, un programma televisivo basato interamente sulla pubblicità di prodotti nazionali e non, ideato per promuovere il consumo attraverso una serie di filmati con una vera e propria sceneggiatura. La prima sigla (i cosiddetti siparietti) fu realizzata da Luciano Emmer e Cesare Taurelli per conto della loro società di produzione Recta Film, e venne addirittura ultimata in casa dello stesso Emmer la notte prima della messa in onda. Il primo Carosello trasmesso in assoluto fu Le avventure del signor Veneranda per il Brandy Stock 84, regista Eros Macchi, sceneggiatore, soggettista e autore del personaggio Carlo Manzoni, attori Erminio Macario e Giulio Marchetti, il produttore Pino Peserico. Gli altri quattro sketch, andati in onda durante la prima puntata di Carosello, furono i seguenti:

  • Shell: Contributo Shell per la sicurezza nel traffico; Giovanni Canestrini vi parla di: guida a destra o guida a sinistra?;
  • l’Oréal: Un personaggio per voi con Mike Bongiorno;
  • Singer: Quadrante alla moda con Mario Carotenuto;
  • Cynar: L’arte del bere con Carlo Campanini e Tino Bianchi.

   Carosello veniva trasmesso quotidianamente dalle 20:50 alle 21:00, ad eccezione del Venerdì santo e il 2 novembre. Fu sospeso straordinariamente per una settimana tra il 31 maggio e il 6 giugno 1963 in occasione dell’agonia e la morte di papa Giovanni XXIII e per tre giorni dal 12 al 15 dicembre 1969, in segno di lutto nazionale per la strage di Piazza Fontana. Altre sospensioni più brevi si ebbero per la morte di papa Pio XII (9 ottobre – 11 ottobre 1958), per le uccisioni dei fratelli John Kennedy (22 novembre 1963) e Bob Kennedy (5 giugno 1968), e il 9 febbraio 1971per il collegamento via satellite che seguiva l’allunaggio della navicella spaziale Apollo 14. In venti anni di programmazione furono trasmessi 7.261 episodi. Dopo il 1957 cambiò la sigla, sempre realizzata da Luciano Emmer e Cesare Taurelli, un’elaborazione della precedente con i nuovi siparietti. Dal 1962 Carosello fu trasmessa quella che a tutt’oggi è la sigla più celebre, con quattro panorami di città italiane – nell’ordine Venezia (vista dal mare in cui si riconosce il Ponte di Rialto), Siena (con Piazza del Campo durante il Palio), Napoli (Via Caracciolo) e Roma (Piazza del Popolo) – con ai lati un musicante (nell’ordine un chitarrista, un trombettiere, un mandolinista ed un flautista), disegnata a tempera da Manfredo Manfredi. La musica, seppur rielaborata, fu sempre la stessa per vent’anni, tratta da una tarantella anonima napoletana del ’600 dal titolo Pagliaccio.

   Carosello consisteva in una serie di sketch, di brani musicali, di piccole storie spesso animate della durata di 1 minuto e 45 secondi, la parte finale pubblicitaria, il “codino”, durava 30 secondi ed era introdotto da una frase-chiave pronunciata dal protagonista in cui poteva essere nominato il prodotto. Nei primi anni, se si eccettua la messa in onda del 3 febbraio 1957, il numero di pezzi erano quattro per ogni puntata, molti di essi rappresentavano un vero proprio serial, con puntate successive. Dal 1960 i pezzi passarono a cinque per ogni puntata (tranne che dal 1962 al 1964, quando tornarono ad essere quattro). Dall’autunno 1974 fino all’estate 1976 i caroselli in onda ogni sera furono portati a sei. Alla realizzazione di Carosello parteciparono registi illustri come Age e Scarpelli, Pupi Avati, Luciano Emmer, Federico Fellini, Ugo Gregoretti, Sergio Leone, Luigi Magni, Ermanno Olmi, Pier Paolo Pasolini, Gillo Pontecorvo. Gli attori impiegati nel corso di vent’anni di programmazione furono il gotha del teatro, del cinema, della musica e della tv, ricordiamo tra questi Giorgio Albertazzi, Giampiero Albertini, Renzo Arbore, Nicola Arigliano, Gianni Boncompagni, Mike Bongiorno, Gino Bramieri, Yul Brinner, i Brutos, Ernesto Calindri, Carlo Campanini, Mario Carotenuto, Raffaella Carrà, Nino Castelnuovo, Gino Cervi, Adriano Celentano, Walter Chiari, Mimmo Craig, Carlo Dapporto, Eduardo e Peppino De Filippo, Ninetto Davoli, Johnny Dorelli, Aldo Fabrizi, Dario Fo, Arnoldo Foà, Fernandel, Paolo Ferrari, Franco Franchi, Vittorio Gassman, Franco Godi, Gilberto Govi, Ciccio Ingrassia, Ubaldo Lai, Jerry Lewis, Alberto Lionello, Virna Lisi, Alberto Lupo, Erminio Macario, Nino Manfredi, Mina, Domenico Modugno, Sandra Mondaini, Rina Morelli, Ave Ninchi, Alighiero Noschese, Umberto Orsini, Paolo Panelli, Raffaele Pisu, Nilla Pizzi, Cesare Polacco, Paolo Poli, il Quartetto Cetra, Franca Rame, Tino Scotti, Frank Sinatra, Alberto Sordi, Paolo Stoppa, Nino Taranto, Gianrico Tedeschi, Aroldo Tieri, Ugo Tognazzi, Totò, Franca Valeri, Bice Valori, Raimondo Vianello, Franco Volpi, e molti altri.

   Carosello per venti anni è stata sicuramente la trasmissione che ha ottenuto il maggior successo, non era soltanto un contenitore di réclames, ma un’autentica fucina di autori, artisti, creativi che ha portato innovazioni nel linguaggio televisivo e nella realizzazione degli stessi pezzi, specie quelli animati dei fratelli Pagot (a loro spetta forse il personaggio più memorabile, Calimero, il pulcino nero dell’Ava), Bruno Bozzetto (consacrato con la figura del Signor Rossi), Armando Testa (creatore dei mitici Carmencita e Caballero del caffè Paulista della Lavazza), Paul Campani (il disegnatore dell’omino della caffettiera Bialetti), Osvaldo Cavandoli (celebre per aver creato e animato il personaggio de La Linea delle pentole Lagostina), Guido De Maria (con la serie di Salomone il pirata Pacioccone dell’Amarena Fabbri sceneggiato da Francesco Guccini), i fratelli Gavioli (Ulisse e l’ombra, il vigile Concilia, la famiglia di trogloditi Mammut, Babbut, Figliut, Capitan Trinchetto, Pallina, Tacabanda, il cavallo di «Vitaccia cavallina», Caio Gregorio, er guardiano der pretorio) e molti altri. Gli episodi animati erano un’ attrazione soprattutto per i più piccoli, che dopo Carosello andavano a nanna felici e contenti, ma anche i pezzi con attori in carne e ossa suscitarono un’epidemia imitativa da parte delle persone comuni, che spesso ripetevano gli innumerevoli slogan pubblicitari in varie occasioni durante la giornata (tipo “A scatola chiusa compro solo Arrigoni”, “Falqui, basta la parola!”, “La fiducia è una cosa seria, Galbani, vuol dire fiducia”, ecc.).

   Verso la metà degli anni ’70, con la riforma della RAI, si crearono diversi partiti pro o contro Carosello, considerato da alcuni diseducativo, da altri ormai superato per l’eccessiva durata del filmato e la fissità delle regole in un mondo pubblicitario che contemplava il libero mercato e la possibilità di consentire a aziende più piccole di promuovere i propri prodotti senza venir schiacciate dalle marche più forti e dai costi di realizzazione degli spot. Un altro motivo che fece decidere per l’interruzione della trasmissione fu sicuramente politico: la Rete Uno, affidata alla Democrazia Cristiana, poteva contare su questo programma collaudatissimo e di successo, a detrimento del Partito Comunista e Socialista, gestori della Rete Due, che si trovavano a dover competere in una condizione di svantaggio. Fu così che nel giorno di Capodanno del 1977 Carosello andò in onda per l’ultima volta. Gli ultimi cinque sketch furono i seguenti:

  • Stock 84: Superspettacolo di Capodanno (con un annuncio di commiato di Raffaella Carrà)
  • BTicino (ambientato in un ipotetico futuro);
  • Amaro Ramazzotti (di Age e Scarpelli);
  • Tè Ati (in cui Ermanno Olmi intervistava un giornalaio sulle sue abitudini quotidiane);
  • Dual Blu Gibaud (con un litigio tra marito (Mario Maranzana) e moglie).

   A trentasei anni di distanza clamorosamente la RAI ha deciso di rispolverare l’antico format di Carosello, denominandolo Carosello Reloaded, curato dalla Sipra, la società concessionaria pubblicitaria RAI, e di riproporlo in via sperimentale in un nuova veste di 210 minuti a partire da oggi, 6 maggio 2013, fino al 28 luglio del corrente anno. Il tentativo non è solo quello di rilanciare la creatività, ma, supponiamo, anche di ripartire da capo, come nel 1957, per vedere di aumentare i consumi in un momento storico gravato da una crisi economica simile alla precedente postbellica. Vedremo se, come nel lontano 3 febbraio 1957, Carosello Reloaded sarà in grado di riaccendere un mercato stagnante. Non si esclude nemmeno una scelta scaramantica: Carosello in fondo coincise con l’inizio di un boom economico e chissà che questo ritorno all’antico non segni una nuova fase positiva dopo tanti anni di vacche magre. Speriamo e incrociamo le dita!

©Marco Vignolo Gargini

http://it.wikipedia.org/wiki/Carosello

http://it.wikipedia.org/wiki/Carosello_Reloaded

http://www.mondocarosello.com/

http://carosellomito.net/



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