Oggi ho voglia di scrivere.
E qui siamo a posto.
Pur essendo un mio pensiero uso il plurale perché avendo più neuroni (e smentiamo clamorosamente la barzelletta del neurone solitario dell’uomo!!) che lavorano contemporaneamente, i pensieri si accavallano in continuazione.
E’ uno dei miei (innumerevoli) difetti.
Quando per esempio mi fanno una domanda, dalla bocca non esce il pensiero elaborato.
Macchè.
Come fosse un organo autonomo, indipendente, il mio cervello assorbe già la risposta non detta, prevede in anticipo la domanda che l’interlocutore potrebbe fare dopo la mia ipotetica risposta, e la bocca diffonde le parole in risposta alla immaginaria seconda domanda che l’interlocutore non ha ancora formulato!!!!!!
Capito?
Roba da neuro, da psicofarmaci pesanti, da ricovero immediato nella più vicina struttura psichiatrica.
Questo per me è sempre stato fonte di figuracce imbarazzanti.
La gente mi guarda spesso stranita!
Mi succede di continuo. Anche quando sono da solo. Anche adesso che scrivo.
Infatti dopo avere scritto la prima riga di questo post, i miei neuroni adibiti alle reminiscenze si sono messi al lavoro ed hanno riesumato antichi sapori sopiti di fanciullo.
E quello che volevo scrivere si è perso “come lacrime nella pioggia“ (a chi scopre la famosissima citazione cinematografica vince una tigella con prosciutto e pecorino).
E mi è invece venuto in mente che da bambino, sotto l’influenza dei libri di Giulio Verne (ebbene sì, pensavo fosse italiano), “ Ventimila leghe sotto i mari”, “Il giro del mondo in 80 giorni” , “L’isola misteriosa” solo per citare i più famosi, sognavo di diventare anch’io scrittore.
Il mio primo racconto lo scrissi alle elementari. Con la penna bic!!! Di colore nero.
Era basato su un personaggio che altro non era che un patetico emulo del capitano Nemo.
Lo corredai anche di alcuni disegni raffiguranti pesci fantastici ed altre amenità.
Vabbè, meglio tralasciare.
Dopo aver visto il risultato finale, non rimasi soddisfatto, e capii che dovevo alzare lo standard qualitativo!
Ma in che modo ?
Elucubrai quindi per vari giorni, ponderai bene le varie alternative, esaminai ben bene la mia vena creativa, e, trovando tutto a posto, pervenni finalmente alla decisione finale.
Mi serviva una macchina da scrivere portatile, con carrozzeria in metallo e custodia in plastica dura!!!
Una figata!
C.