
Faccio una sosta nelle note di viaggio sud-americane, tanto Cartagena de Indias e la Colombia non scappano e poi ci sono le foto scattate e il mio inseparabile quaderno di appunti a tener viva la memoria, per scrivere della retrospettiva appena vista di Cartier- Bresson al Centre Pompidou, la seconda grande sintesi del fotografo dopo "The modern century", quella del 2010 Al MoMA di New York.



Per la verità non scappa neanche Parigi da cui sono regolarmente attirata come da una calamita da quando ci sta il nuovo grande amore della mia vita, ovvero mio nipote Noam che ha appena compiuto sei mesi, ma le mostre si, quelle finiscono ed è meglio parlarne in tempo. Iniziata il 12 febbraio Henri Cartier-Bresson al Beaubourg avrà termine il 9 giugno. Più di 500 foto, disegni pitture, film e documenti per approfondire la conoscenza di questo gigante della fotografia che ha attraversato tutto il 900, per entrare nel suo composito universo fatto di tanti ingredienti , intuizione visiva e capacità di cogliere al volo l'attimo significante "l'instant décisif", sensibilità poetica e urgenza di testimonianza, impegno politico e solida preparazione artistica, esperienza nel cinema e nuova visione fotografica.


"L'occhio sinistro per il mondo interiore, l'occhio destro per il mondo esteriore. La grazia è la fusione dei due" scriverà Pierre Assouline nel libro dal titolo eloquente "Cartier- Bresson: l'oeil du siècle" che gli ha dedicato, pagine che si leggono tutte d'un fiato come un romanzo d'avventure e non come la fedele biografia di una vita pienamente vissuta. Pierre Assouline, narratore assolutamente appassionante anche della vita di Kahnweiler, il gallerista di Picasso (L'homme de l'art: D.H. Kahnweiler Folio N° 2018) e del collezionista Nissim de Camondo (Le dernier des Camondo. Folio 3268).

La mostra segue un percorso cronologico della vita di Cartier-Bresson volendo offrire una visione globale delle numerose sfaccettature ed evoluzioni del suo percorso, non solo fotografie di strada e fotoreportage per le più grandi testate e riviste, la parte più conosciuta della sua immensa produzione creativa. Così anch'io ho preferito privilegiare altri aspetti rispetto alla solita iconografia della produzione dell'artista, mostrando cioè il fotografo ripreso mentre fotografa con l'inseparabile Leica sempre in mano "le Leica sera son objet mythologique. Il ne s'en séparera plus, tant dehors que dans l'intimité. Dans la rue, à la maison, chez les gens, partout et tout le temps...", il fotografo fotografato da altri, fra cui la moglie Martine Franck, e poi il fotografo-pittore. Ignoravo, e forse non sono la sola, che Henri Cartier-Bresson avesse iniziato la sua carriera come pittore. Una famiglia d'artisti la sua, pittore amatoriale il padre, pittore professionista l'amatissimo zio e Cartier-Bresson già a dodici anni comincia a cimentarsi con pennelli e tavolozza e passa ore intere ad ammirare i capolavori del Louvre.

Nel 1927 a soli 19 anni e per tre anni è allievo del pittore cubista André Lhote dipingendo nel suo atelier parigino dove impara le regole classiche della geometria e della composizione che applicherà in seguito alla fotografia, le sue prime immagini saranno infatti strutturate secondo la proporzione della sezione aurea. "Cartier-Bresson a contracté le virus de la géométrie dans l'ombre de Lhote qui en est viscéralement obsédé. A' croire que seule la structure donnée au monde permet de retrouver l'ordre dans le chaos". In quegli stessi anni si avvicina anche ai surrealisti di cui lo affascina lo spirito sovversivo, il gusto per il gioco, lo spazio lasciato all'inconscio, il piacere del girovagare a piedi per la città e HCB farà anche dei collage influenzato dall'amico Max Ernst.
HCB: Pour l'amour et contre le travail industriel 1931 Collage sur carte


















Credo sia Henri Cartier- Bresson in persona ad aver fatto di se stesso la miglior sintesi che mi sia capitata di leggere: "Je suis visuel. J'observe, j'observe, j'observe. C'est par les yeux que je comprends".
PS: tutte le citazioni in corsivo del post sono del libro "Cartier-Bresson L'oeil du siècle" di Pierre Assouline. Edizione Folio N° 3455



