ROMA – Certo, il titolo non aiuta a scagionarlo. “La bottega dei Suicidi” si chiama, ed è il nuovo cartone animato diretto da Patrice Leconte e visto al Festival di Cannes 2012 che è al centro di una “bufera mediatica” in Italia in quanto è stato vietato ai minori di 18 anni. C’è da sottolineare che in molti Paesi europei è uscito senza alcun tipo di problema.
In Italia è invece stato penalizzato dalla Commissione di Censura per testuale perché “il tema del suicidio è trattato con estrema leggerezza e facilità di esecuzione, come se fosse un atto ordinario o un servizio da vendere al dettaglio creando il pericolo concreto di atti emulativi da parte di un pubblico più giovane, quali gli adolescenti che attraversano un’età critica. Per di più la rappresentazione sotto forma di cartone animato costituisce un veicolo che agevola il pubblico più giovane la penetrazione di tale messaggio pericoloso”.
Una decisione su cui non tutti sono d’accordo, ovviamente. C’è da dire tuttavia che il cartoon non affronta di certo temi solo dedicati ai ragazzi. Riesce infatti, con finezza ed ironia, a pennellare una realtà solitaria e depressa in cui il suicidio, appunto, sembra essere l’unica via di uscita. Leconte riesce in questa opera, girata in 3D ed in forma musicale, a giocare con la morte in maniera ironica, inscenando i suicidi più improbabili senza dimenticarsi, comunque, di far “vincere” la vita.
Il distributore della pellicola, Sandro Parenzo, risponde così ad una decisione quanto mai assurda: “A questo punto ritiriamo La bottega dei Suicidi. Questo divieto è assurdo. Abbiamo fatto su questo film delizioso, di un autore affermato, un investimento notevole, a questo punto lo ritiro, è bestiale, lo faremo uscire in Svizzera e quando sarà il momento in home video. Mi è passata la voglia. In questo paese ho dovuto assistere ad un pomeriggio domenicale in tv con la D’Urso che intervistava una persona che spiegava come aveva strangolato la nipote, senza scandalo per nessuno pur essendo le 15, questo film invece ha il divieto ai 18…”.
Certo, in un paese in cui su temi delicati quali assassini, stupri, e ancora argomenti sessuali e via dicendo sono all’ordine del giorno nelle televisioni e nei talk show, questa censura sembra davvero paradossale.