Io sono una che compila liste continuamente: liste della spesa, lista delle cose che mancano in casa, lista delle cose da fare. Quest’ultima è sempre molto ragionata, molto scrupolosa, molto sensata e …. costantemente disattesa. Perché finisco sempre per far altro.
Come ora, che sono in cucina mentre dovrei essere assolutamente altrove.
“Assolutamente”: non fa venire voglia di fare proprio tutt’altro?
O.K. lo ammetto, sono inaffidabile ed insopportabilmente indisciplinata.
Comunque sono assente (ai miei doveri) giustificata perché questo fine settimana ho un incontro davvero speciale e mi devo preparare. Tremo di gioia al solo pensiero e non trattengo lacrime di pura felicità.
Ma manca ancora qualche giorno……e mi devo preparare…..ed io mi preparo così: in cucina.
È il mio angolo zen, il mio modo di trasformare le emozioni in qualcosa di più profondo di un giramento di stelle.
Abilmente glisso tutti i problemi di mancanza di strumenti adeguati facendo un po’ più di fatica e trovo il tempo anche per un esperimento.
Siii, volevo farli da tempo questi dolcini. Li assaggiai tempo fa dopo averne acquistato un sacchetto per una cifra assolutamente esagerata. Sulle prime mi ritenni vittima di una truffa però la loro bontà mi convinse che, dopotutto, poteva esserne valsa la pena.
In rete gira una ricetta, una sola e sempre la stessa, spalmata su moltissimi blog e siti. Tra questi ci sono forum notissimi, blog semi-sconosciuti e blogger che oggi sono tra le più note della bloggosfera ma che all’epoca dei fatti forse erano ancora agli inizi.
La pubblicazione più vecchia che ho trovato risale al 2007, se non sbaglio.
Trovare questa ricetta copio-incollata fino allo stremo finanche da “miti” del web mi ha fatto in parte tenerezza (anche le dee una volta erano piccole bimbe?!) ed in parte mi ha fatto girare le scatole: così grande la rete, così povero l’aiuto?!?!? Vabbè.
Ovviamente avevo già pensato una ricetta di massima che mi consentisse di replicare gli amati ed esosi dolcetti e consultando questa (UNICA) ricetta disponibile ho pensato che fosse credibile nelle proporzioni e nelle dosi. Il procedimento, invece, mi sembra senza senso, uno degli ingredienti inutile e gli aromi li ho cambiati perché…..beh, per esperimento, no?
Se ci sono napoletane che mi leggono e vogliono dire la loro sul procedimento sarò lieta di conoscerne ragioni che mi sfuggono. Per ora resto con l’idea che sia stato scritto così perché “si è sempre fatto così”, come capita con molte ricette tradizionali antiche ed in estinzione, come pare sia questa.
Insomma, benché si potrebbe dire che non se ne sentiva davvero la mancanza ari-copio-incollo pure io la lista ingredienti come già pubblicata e ari-pubblicata come segue:
INGREDIENTI
200g di farina di mandorle (di cui poche amare…..e guai a chi usa invece aroma di mandorla!!!!)
100g di farina bianca
50g di fecola di patate
200g di zucchero (a velo…….modifica mia)
160g di burro
4 uova
Un pizzico di sale
Scorzetta di limone o…….come ho fatto io: aroma di arancia o lavanda
Ometto il pizzico di ammoniaca che trovo inutile perché la corretta montatura della ingredienti renderà i dolcetti morbidi come si deve ed invece della scorza di limone aromatizzo metà impasto con aroma di arancia e metà con fiori di lavanda (siiii, lo so….mooolto apocrifo…….avevo già accennato ad una certa “indisciplinatezza” che purtroppo mi appartiene? Si, mi pare di si.)
Invece di zucchero semolato utilizzo zucchero a velo per ottenere un risultato vellutato e morbido.
PROCEDIMENTO
E per il procedimento vado di mio e ribadisco quanto sopra.
Monto il burro con due parti di zucchero fino a farne una crema sofficissima e spumosa e mi auguro che almeno voi abbiate una planetaria per eseguire l’operazione. Così vi risparmierete la mia fatica e la sequela di borbottamenti che ho smoccolato per tutto il tempo. Sognando planetaria!!!!!
Batto poco due uova con lo zucchero rimanente ed un pizzico di sale e mescolo con la farina di mandorle. Quindi amalgamo le altre due uova, fredde, alla crema di burro. Una alla volta e mantenendo la crema soffice e morbida. Infine unisco poco a poco la pasta di mandorle alla crema di burro e uova facendola assorbire in maniera omogenea. E poi unisco la farina setacciata con la fecola e aromatizzo parte dell’impasto con poche gocce di essenza di arancia e l’altra metà con fiori di lavanda, secchi e pestati.
L’impasto che si ottiene è molto morbido.
Ora andrebbe messo in una sac a poche per riempire gli appositi stampi in metallo a cannolo.
Indovinate se io ho gli stampi! E la sac a poche?
Macchè….manco quella!!!!!
Figuriamoci se mi spavento per tanto poco. Con la carta da forno faccio dei pirottini abbastanza alti:
Prendo l’impasto tra due cucchiai, lo lavoro appena come per farne delle quenelle che deposito negli stampini dopo avergli dato compattezza ed un minimo di forma.
Spolvero con lamelle di mandorle et voilà: in forno a 170° (o quelli che presumo siano 170° di questo forno nuovo) e faccio cuocere per circa 15 minuti.
Come cartucce saranno forse spuntate, non proprio ortodosse e forse strampalate ma sono dei dolcetti davvero deliziosi. Provateli e non vi pentirete!
Se volete vedere come dovrebbero essere nella forma originale, come sono i cannoli di metallo nei quali andrebbero cotte le cartucce e di quale ricetta e blog ho parlato basterà chiedere a Google “cartucce napoletane” e scorrere le prime due pagine. Io, che sono pigra, mi risparmio così di citare mille link, stabilire di chi è la prima pubblicazione etc, etc……..che furbetta : (
Ecco che esce dal forno l’ultima teglia di pasticcini al cioccolato.
Ora vado a preparare le pastiere. Lo so che sono in anticipo ma…….serviranno per questo week end e mi sono sembrate un dolce appropriato all’occasione.
A presto!