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Casa farnese, il ducato di parma e piacenza e l'isola di ponza

Creato il 18 settembre 2014 da Bernardrieux @pierrebarilli1

CASA FARNESE, IL DUCATO DI PARMA E PIACENZA E L'ISOLA DI PONZASiamo all'inizio del XVI secolo. Per intenderci, Cristoforo Colombo, pochi anni prima (1492) scopre l'America; con l'arrivo del nuovo secolo a Parma e Piacenza si affacciano, per conto del papato, i Farnese del ducato di  Castro, dinastia medioevale in ascesa, di vocazione guelfa.Cronologicamente: Parma e Piacenza, corridoio importante per chiunque va dal nord verso Roma, tra alterne vicende che vedono il Ducato di Milano protagonista di vari episodi di tentata annessione,   sono territori sotto l'influenza del papato.Nel 1513 muore Giulio II.  Nuovo papa viene eletto LeoneX; sempre nel 1513, il duca di Milano Massimiliano (figlio di Ludovico il Moro) conquista Parma e la rivende al papato dietro il pagamento di 42.000 scudi; nel 1515 i francesi, alleati dei milanesi, nella battaglia di Marigliano battono i papalini e Parma e Piacenza tornano sotto l'influenza del Duca di Milano; nel 1521 i francesi (Francesco I) e gli imperiali (Carlo V) si scontrano, Parma viene assediata dai francesi, i parmigiani credendo di liberarsene, aprono le porte all'esercito imperiale e agli spagnoli loro alleati: la città viene saccheggiata; intanto i turchi di Solimano il Magnifico sono a Belgrado; dopo alterne vicende,  il 1° dicembre muore Leone X, viene eletto papa un Borgia, Clemente VII (le cronache del tempo ricordano che Giulia Farnese-vedi link fondo pagina- sua amante,  tanto brigò che riuscì ad ottenere per il fratello, futuro Paolo III,  l'investitura a cardinale); ancora una volta Parma viene assediata, grazie al sistema difensivo organizzato da Francesco Guicciardini, il 21 dicembre del 1521 gli assalitori vengono cacciati. CarloV il 27 ottobre del 1528 arriva a Parma e assegna Reggio e Modena agli Estensi, mentre Parma e Piacenza vengono riconosciute sotto l'influenza del papato; siamo nel 1534, in Europa è tempo di riforme (Lutero), Ignazio di Loyola fonda l'ordine dei gesuiti; papa Clemente VII scomunica EnricoVII d'Inghilterra, a settembre papa Clemente VII  muore ; dopo un breve Conclave viene eletto  Paolo III, il Farnese.Arrivano i Farnese. Succede nel 1536: il conte Federico Rangone cerca di impadronirsi con la forza di Zibello e Roccabianca. A calmare i bollenti spiriti del conte viene mandato a Parma Pier Luigi Farnese; evidentemente è anche un sopralluogo.Pure alle prese numerose vicende (Calvino, Concilio di Trento, qualche amante) papa Paolo III,  il 26 agosto 1545, trova il tempo per emettere una bolla concistoriale dove si concede l'investitura dei ducati di Parma e Piacenza al figlio Pier Luigi Farnese e ai suoi discendenti.  Insediatosi a Piacenza, il duca dopo pochi mesi viene ucciso da una congiura di nobili locali;  il ducato diventa terra di conquista.
I milanesi lo rivendicano, dopo alcuni anni di incertezze, nel 1550 di nuovo un Farnese, Ottavio, decide di far valere i suoi diritti e, partendo da Parma,  con forza riprende la guida del ducato.
Inizia la storia dei Farnese alla guida del ducato: dopo Pier Luigi e Ottavio seguono Alessandro, Ranuccio 1°, Odoardo, Ranuccio II, Francesco e Antonio,  l'ultimo della Casa Farnese. Il duca Antonio improvvisamente muore nel 1731, purtroppo senza discendenti. Dopo quasi 200 anni di governo farnesiano, il ducato, per accordi tra impero e papato, passa ai Borbone.
Il 29 dicembre 1731 le diciassette comunità del ducato prestano giuramento all'infante  don Carlo nella persona di Dorotea Sofia di Neuburg, che assume la reggenza in nome del nipote che fa il suo ingresso a Parma nell'ottobre del 1732. Al duca Carlo  segue il duca Filippo (1748-1749) che porta in dote al ducato i territori guastallesi e lo splendore della corte francese attraverso la moglie Luigia Elisabetta figlia di Luigi XV, re di Francia. Alla sua morte il nuovo duca è Ferdinando, sostanzialmente  il governo del ducato viene esercitato da  amministratori  che sempre più spazi riservano al clero; ma arriva il tempo di  Napoleone e spariglia i giochi. Tra il 1802 e il 1814 nel ducato, a sostituire i Borboni, arrivano i francesi. Sconfitto Napoleone, con il trattato di Fontainebleau dell'11 aprile 1814 a Maria Luigia, figlia dell'imperatore e moglie dello sconfitto Napoleone,  viene assegnato il ducato di Parma e Piacenza. Il 20 aprile 1816  Maria Luigia prende possesso del ducato,  vi rimane sino al 17 dicembre del 1847 (continua)
APPROFONDIMENTI:  I FARNESE
CASA FARNESE, IL DUCATO DI PARMA E PIACENZA E L'ISOLA DI PONZAIl blasone dei Farnese nella forma più evoluta così come appare  su una antica mappa del Seicento che riguarda Ponza è caratterizzato da uno scudo sormontato dalla corona ducale. Il riferimento all’origine della famiglia è costituito dai sei gigli, sul 1° e 4° quarto, che alludono ai rapporti originari della famiglia con la Toscana e Firenze. Nel 2° e 4° quarto è lo stemma della casa D’Austria con una banda orizzontale (Austria-Asburgo) e tre bande oblique  (Borgogna). Al centro dello stemma è il simbolo della Chiesa di Roma, il baldacchino basilicale d’oro e d’argento, posto in palo che allude alle importanti parentele con i Papi. Al centro il simbolo del Portogallo: cinque scudetti di azzurro in croce caricati ognuno di cinque bisenti d’argento in croce diagonale con bordura caricata da sette castelli d’oro. Lo stemma Farnese, secondo il Tricoli, era intagliato su pietra all’ingresso della torre di Ponza.
APPROFONDIMENTI: I FARNESE E L'ISOLA DI PONZA
I Duchi Farnese di Parma, in seguito ad una “commenda” fatta da Papa Paolo III Farnese ricevettero in donazione le isole e governarono Ponza dal 1542 fino alla fine del Seicento. Durante questo periodo furono costruiti dei presidi militari di cui l’unico che ancora rimane in piedi è la torre quadrata oggi impropriamente chiamata “torre dei borboni”;  fu inoltre avviato un primo timido tentativo di colonizzazione.
APPROFONDIMENTI: CHI E' GIULIA FARNESE
Vi è un particolare che, alla luce dei documenti, ha connotato la sua vita: fu infatti una, e forse la privilegiata, delle numerose amanti di papa Alessandro VI Borgia.
Questo particolare tuttavia, mentre fu di fondamentale importanza per lei e per la fortuna della sua casata, venne poi a tal punto romanzato da costituire spesso l’unico argomento degli studi sulla sua biografia, a discapito sia dell’attendibilità scientifica delle ricerche stesse, sia degli approfondimenti sul periodo che qui più ci interessa da vicino: quello che va dalla morte dl Alessandro VI alla morte di lei, avvenuta nel 1524.
Giulia Farnese nasce nel 1474 da Pierluìgi Farnese, figlio di Ranuccio Farnese il Vecchio, e da Giovannella Caetani. Uno dei suoi fratelli è Alessandro. il futuro papa Paolo III.
 Nel 1489 sposa Orsino Orsini, figlio di Ludovico di Gentile Migliorati-Orsini, signore di Bassanello, e di Adriana Di Mila’, cugina del cardinale Rodrigo Borgia. nel palazzo del quale, in via del Governo Vecchio, e in sua presenza, viene celebrato il matrimonio.
Orsino Orsini era mercenario al servizio della chiesa e per i suoi meriti di condottiero Alessandro VI lo ricompensò nel 1494 in natura, come spesso avveniva, con il feudo di Carbognano.
Probabilmente già nel 1489 era iniziata quella stretta e niente affatto segreta relazione tra Giulia e il cardinale Rodrigo Borgìa, relazione che continuò anche dopo 1’ascesa di questi al soglio pontificio, nel 1492. A tal punto che Giulia, giustificata dalle frequenti e necessarie assenze del marito, andò spesso ad abitare nel palazzo arcipretale di S. Pietro, assieme ad Adriana di Mila e a Lucrezia Borgia invece che nella tradizionale residenza romana degli Orsini di Montegiordano. Inoltre, quando nacque Laura Orsini. nel 1492. a Roma sorsero subito i sospetti che il vero padre naturale non fosse Orsino ma il papa stesso. E probabilmente ciò deve essere stato vero, a giudicare dallo zelo con cui il pontefice. tramite i suoi funzionari, tra i quali Alessandro Farnese. si impegnò a contrarre per lei i più vantaggiosi trattati di matrimonio. Inizialmente, già nel 1493. quando aveva appena un anno, Laura era stata destinata a sposare Astorgio Manfredi, signore di Faenza. In un secondo momento le trattative nuziali coinvolsero Giuliano de Medici, sempre in vista di una creazione, con questo mezzo usatissimo in quanto pacificamente infallibile. di un baluardo territoriale e politico, da parte della chiesa e della casata Borgia. contro 1’avanzata dì Milano e Venezia. Fallita anche questa trattativa, Laura venne poi promessa nel 1499 a Federico Farnese2 I. Ma l’esito finale dl questa intricata vicenda sarà, come vedremo, del tutto diverso.
Tornando alle vicende di Giulia, questa nel 1494 si allontana da Roma per recarsi, insieme a Lucrezia Borgia e ad Adriana che fungeva da “guardiana” per entrambe, a Pesaro e in altri luoghi. Testimonianza di ciò è uno scambio epistolare quanto mai affettuoso tra Giulia e il papa, riportato dal PASTOR. Tuttavia proprio da quest’ anno tale relazione comincerà ad incrinarsi: Giulia rifiuta di tornare a Roma e decide di recarsi a Bassanello dal marito. Inutili le insistenti e furiose sollecitazioni del papa, il quale non si fa scrupolo di coinvolgere sia Adriana di Mila, minacciandola addirittura dl scomunica, sia, fatto particolarmente rilevante, lo stesso cardinale Alessandro Farnese, in una lettera del 22 ottobre 1494, al quale fa capire che i suoi benefici si moltiplicheranno se Giulia non andrà a Bassanello.
Terrei a porre in evidenza lo stretto legame tra Giulia e suo fratello Alessandro: quasi una programmatica azione congiunta. Del resto tale comportamento non era nuovo nella tradizione della casata dei Farnese che si distinse per compattezza tra i suoi membri nel corso del secoli.
La famiglia Farnese, guelfa per eccellenza, entrò a far parte dell’aristocrazia romana solo con il matrimonio tra Pierluigi , figlio di Ranuccio il Vecchio, e Giovannella Caetani. Non rinunciò mai tuttavia al potere che aveva acquistato nel Lazio settentrionale, a nord-ovest del lago di Vico, principalmente grazie al valore militare di Ranuccio il Vecchio, mercenario di papa Eugenio IV, che lo aveva ricompensato con territori appartenenti alla Camera Apostolica.
Saranno comunque proprio Giulia e Alessandro a trascinare i Farnese fuori dalla provincia e a lanciarli definitivamente nella vita politica romana. Si può dire anzi che tutta la loro azione sarà essenzialmente mirata proprio a questa apertura verso Roma e tale programma culminerà visivamente con la costruzione di palazzo Farnese. primo materiale insediamento nell’ Urbe di questa casata Alessandro Farnese cominciò la sua carriera con la nomina a cardinale. avvenuta, assieme a Cesare Borgia ne1 1493. Per la sua nomina l’intercessione di Giulia presso Alessandro VI fu fondamentale, tanto che costò al fratello il diffamante e popolare titolo di “Cardinale della gonnella”.
Nei 1494 gli fu affidata l’importante carica della legazione di Viterbo ma. come era già successo per Giulia, tale anno segnò l’inizio di una crisi che investì i rapporti non solo tra il papa e Alessandro. che perdette la legazione nei 1496. ma anche con le famiglie Orsini e Caetanì. che si videro confiscare gran parte dei beni territoriali.
Chiaramente tale rottura era stata determinata da varie cause. quali la progressiva creazione, per cui il Valentino gia operava, di uno Stato territoriale dei Borgia e la crisi più generale che stava investendo la Penisola in seguito alla calata di Carlo VIII nel 1494
Finalmente nel 1503 salì al soglio pontificio Giulio II e i Farnese iniziarono quella lenta riabilitazione agli occhi del mondo che culminò con il matrimonio tra Laura Orsini e Niccolò della Rovere.
Questi era figlio di Gianfrancesco Franciotti e di Luchina della Rovere, sorella di Giuliano (Giulio II), il quale aveva adottato come nipote diretto il fanciullo. Il matrimonio avvenne il 15 novembre del 1505: presenti il cardinale Alessandro Farnese, L’ormai vedova Giulia Farnese - Orsini (Orsino era morto nel 1500), Giovanni de’ Medici e il pontefice medesimo nell’atto Laura ereditò il feudo dl Bassanello e i diritti di eredità su Carbognano e Giulianello.
Parallelamente Alessandro si vide legittimati, proprio nel 1505, da Giulio II i figli Pierluigi e Paolo; nel 1509 ottenne il vescovato di Parma e cominciò a riscattarsi, con i fatti e una condotta degna della linea ecclesiastica più severa, dalla macchia inerente alla sua nomina di cardinale.
E Giulia? A questo punto della sua vicenda gli storici sono discordanti:
alcuni ammettono d’averne perse le tracce, MARCHETTI FERRANTE dice che si sposò con un nobile napoletano e si trasferì a Napoli.
Ma un certo numero di documenti ci fanno capire che la Farnese risedette a Carbognano. E non solo, ma vi compì le funzioni di vera e propria feudataria, almeno dal 1506 fino alla sua morte, avvenuta il 23 marzo del 1524.
Dopo la morte di Orsino Orsini, e dopo il matrimonio contratto dalla figlia mentre lei ancora figurava come vedova, si risposò, già nel 1506, con Giovanni Capece di Bozzuto, un nobile napoletano che morì nell’ottobre del 1517.
Un altro documento, del 1514 la menziona come “domina” di Carbognano insieme col marito è ancora citata in un documento probabilmente del 1517: c’è inoltre un atto giudiziario del 1521 che narra di un processo di condanna per un delitto avvenuto a Carbognano nel 1519. nel quale Giulia presiede come giudice.
Infine abbiamo una sua lettera scritta da Carbognano nel 1522 citata dal MARTINELLI: e un’iscrizione con il suo nome, sempre in data 1522 sul portale marmoreo della chiesa di S. Maria della Concezione a Carbognano fatta costruire, forse su una struttura preesistente da Giulia stessa.
La scelta di Carbognano. situato sicuramente in una posizione più strategicamente favorevole rispetto all’altro suo feudo di Bassanello, può non essere stata casuale. specialmente se rapportata ad alcune mosse parallele compiute da Alessandro Farnese, il quale nel 1504 era riuscito ad entrare in possesso delle vicine tenute di Vico e Casemale e, nel 1521 di Caprarola. Il che può far pensare che i Farnese i quali erano in possesso di un vero e proprio Stato nello Stato della Chiesa a nord-ovest del lago di Vico, volessero allargarsi anche a est del lago stesso, in vista di un sempre più capillare controllo delle principali vie che portavano all’Urbe.
Ma tale ipotesi andrebbe forse sostenuta da ulteriori prove.
In ogni caso sembrerebbe. alla luce di quanto detto. che entrambi. Giulia e Alessandro. intendessero riscattarsi da un passato oscuro e diffamante usando come mezzi le opere e 1’impegno diretto in situazioni quanto mai concrete come, nel caso particolare di Giulia, poteva essere, e i documenti dimostrano che è stato, il governo di Carbognano.
Veniamo ora ad un ulteriore interrogativo: come mai nessun personaggio femminile della stirpe Farnese ha mai suscitato tanto interesse e tanta ammirazione da parte di studiosi, scrittori o semplici lettori quanto Giulia, sorella di Paolo III e amante per lungo tempo del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia)?
Perché ancora oggi Giulia suscita tanto interesse? La ragione è semplice: perché Giulia aveva il dono della bellezza, una bellezza oggetto di invidia, gelosia, maldicenza, mapur sempre di ammirazione.
 Una bellezza che fu un "valore" ben amministrato da cui venne tratto il massimo profitto e che portò la piccola Giulia, non ancora quindicenne, ad essere offerta su di un piatto d'argento al lussurioso Cardinal Rodrigo Borgia, che di anni ne aveva quasi sessanta: un muto patto scellerato dal quale tutti si riproponevano grandi benefici. Il cardinale poteva aggiungere una nuova perla, la più delicata e preziosa, alla sua già ricca collezione muliebre. Fu infatti, secondo le cronache, un autentico mandrillo, padre di almeno sette figli, avuti da donne diverse, aveva un impressionante numero di amanti, e fu senz'altro uno dei papi più corrotti della storia della Chiesa.
Ad oggi di Giulia, non un dipinto, una miniatura, una scultura, un rilievo; non un ritratto, non una sola immagine che la raffiguri con certezza.
Forse un destino bizzarro o previdente? Si può solo immaginare, fantasticare la sua bellezza.
In molti si sono affannati a ricercare il suo volto e hanno ritenuto di individuarlo nelle varie dame o vergini con liocorno (dall'iconografia, quella della dama con l'unicorno particolarmente frequente nell’ambito della famiglia Farnese nelle cui imprese compariva un unicorno sulle ginocchia di una vergine, allegorie queste molto ricorrenti tra le stanze del castello di Carbognano, dimora di Giulia) che la pittura rinascimentale ci ha tramandato, da Raffaello a Domenichino a Luca Longhi o nello splendido profilo di donna inginocchiata nella Trasfigurazione di Raffaello
I più, seguendo la corrente di una tradizione antica, vedono Giulia nella statua di donna con fascio littorio, allegoria della Giustizia, sdraiata ai piedi della statua di Paolo III nel monumento funebre di quest'ultimo in Vaticano.
Una autorevolissima  fonte storico-letteraria infine (vale a dire il Vasari nelle sue "Vite") identifica Giulia nella Madonna con Bambino dipinta dal Pinturicchio nella Sala dei Santi dell'appartamento Borgia in Vaticano.
Quest'ultima ci sembra l'ipotesi più credibile, sia per l'attendibilità della fonte, sia per la plausibilità del fatto: Giulia era la favorita del committente (appunto papa Borgia) ed è verosimile che questi abbia voluto effigiarla nel suo appartamento. Tanto più che nella stesso è raffigurata anche Lucrezia Borgia, figlia di Alessandro VI, e  grande amica di Giulia.
Vi è anche chi ritiene che la mancanza di immagini sia dovuta ad una sorta di "damnatio memoriae" a cui Giulia sarebbe stata sottoposta per volere di Alessandro IV e del cardinal Alessandro Farnese: al primo ricordava la causa non certo onorevole della sua investitura a cardinale; al secondo appariva come un possibile ostacolo sulla strada delle proprie ambizioni; avrebbero così fatto distruggere tutti i ritratti di Giulia, il cui solo ricordo era per entrambi fonte di imbarazzo.
Da ultimo c’è chi identifica Giulia in alcuni dipinti di importanti pittori, e cioè in Raffaello nella sua Dama con Liocorno, in Longhi nel dipinto Dama con Liocorno ed infine Nel Domenichino nella sua raffigurazione della Vergine con Liocorno. Naturalmente sono tutte ipotesi in cerca di elementi che attribuiscano loro valore di veridicità storica.
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BIBLIOGRAFIA
Dall'Acqua- Lucchesi, Parma città d'oro;
Podestà, Dal delitto politico alla politica del delitto;
Alfieri, Gigli Azzurri. Storia di Casa Farnese;
Dall'Acqua, L'età farnesiana;
Drei, Grandezza e decadenza di una dinastia italiana;
Nasalli Rocca, I Farnese;
Tocci, Il Ducato di PR e PC;
Andretta, La venerabile superbia;
Zapperi, La leggenda del papa Paolo III;
Dall'Acqua, Giulia Farnese, La bella di Carbognano
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