Polentina taragna con intingolo de porcini y sofrito de salvia. No, non ci sono errori di battitura. C’è scritto proprio così sul menu di Casa Italia. Già perché il ristorante in questione non è una trattoria situata alle pendici delle Orobie ma uno dei più noti locali italiani presenti a Puerto Rico. Lo chef, neanche a dirlo, è di Olmo al Brembo ma le sue passioni culinarie lo hanno portato in giro per il mondo. Alberto Gianati ha iniziato la sua carriera, come tanti giovani, sui banchi dell’Istituto alberghiero San Pellegrino. Ma fin dasubito ha sentito la voglia di spingersi oltre i confini lombardi. Ha cominciato timidamente i suoi primi servizi a Riccione, all’Isola d'Elba, per poi approdare con successo in Costa Smeralda dove ha lavorato all’hotel Cala di Volpe. He also formed part of a brigade of cooks at Royal Courmayeur, San Remo and at Cortina d'Ampezzo at the beautiful hotel Principe di Savoia, where hotel guests would read like a list of who's who in business, fashion, movies and sports.Ha anche fatto parte di una brigata di cuochi al Royal Courmayeur, a Sanremo e a Cortina d'Ampezzo nel lussuoso Principe di Savoia. Ora Alberto è executive chef e patron del ristorante Casa Italia a Puerto Rico, dove offre una vasta selezione di piatti classici italiani che ben si alternano ai suoi esperimenti di cucina creativa. Ma le sue origini bergamasche le tiene ben salde. Gianati ha capito come viziare i palati caraibici con gusti decisi e inconsueti per quelle zone, inserendo qualche spiccato richiamo culinario alle sue radici, a partire dalla polenta taragna. Sfogliando il menu pubblicato sul sito ufficiale del suo ristorante, viene già voglia di assaggiare alcune delle sue delizie: dalle crespelle mari e monti al carpaccio con Parmigiano e funghi; dalla caprese di bufala allo speck tirolese con asparagi e caprino gratinato; dalle pappardelle con salsiccia e funghi al risotto con gorgonzola, spinaci e pere.
Il successo di Casa Italia è ben testimoniato anche da Tripadvisor, il sito dedicato alle recensioni dei viaggiatori di tutto il mondo. Quest’anno il locale ha ottenuto il certificato di eccellenza, piazzandosi all’87esimo posto tra le preferenze degli internauti, su un totale di 491 ristoranti segnalati a San Juan. Sono 38 i giudizi presenti su questo locale di cui 34 positivi. Di Alberto Gianati i viaggiatori scrivono: “Lo Chef mette una grande dedizione in qualcosa di così semplice come i suoi eccellenti gnocchi ai quattro formaggi o nel suo branzino servito con una salsa di vino bianco leggero e verdure alla griglia”. Oppure: “Lo chef Alberto è uno dei cuochi più riconosciuti in tutto il mondo. Utilizza solo prodotti freschi e prepara la pasta fatta in casa. Porta la maggior parte dei suoi ingredienti dall'Italia e ha molte specialità del giorno”. E ancora: “Il servizio è incredibile, il posto è meraviglioso e il giorno in cui ho mangiato lì io, lo chef Alberto ha dato a tutti i commensali del ristorante un antipasto di zucchine fritte con prosciutto”. Forse “un poco costoso” scrivono alcuni abitanti di San Juan. Un piccolo dettaglio che, tuttavia, si può anche sorvolare vista “l'atmosfera unica, fine e romantica” che solo in questo piccolo angolo di Italia si può ritrovare.
Domande allo chef Alberto Gianati:
Quanti Paesi ha visitato grazie al suo lavoro?
Sono ormai 18 anni che sono all’estero tra Giappone, Thailandia, Usa, Porto Rico, Sud America. Mi mancano solo l'Africa e l'Australia.
Utilizza le nuove tecnologie per promuovere il suo ristorante?
Sì, mi piace promuovere su internet i miei menu studiati per le occasioni speciali tipo San Valentino, Festa della mamma, Natale, Capodanno. Oppure pubblicizzo prodotti particolari: in questo periodo, ad esempio, ho i tartufi. Cerco, però, di bombardare il meno possibile i miei clienti con le email promozionali. Molti mi dicono infatti che, il più delle volte, cancellano senza guardare, in quanto ricevono troppe news e si stancano di vederle.
Com'è cambiata la ristorazione e il rapporto con i clienti grazie ai nuovi network?
Noi abbiamo una clientela benestante over 50 dove non sono così spudoratamente attaccati a internet. Però le nuove generazioni vivono con internet, quindi siamo costretti a fargli arrivare news per via virtuale. Bisogna stare al passo con i tempi.
Qual è il suo rapporto con le recensioni di Tripadvisor?
Noi da Tripadvisor, abbiamo appena ricevuto il certificato di eccellenza che fa sempre molto piacere. È uno strumento utile, ma allo stesso tempo pericoloso. Qualsiasi persona può commentare in bene o in male, senza controllo.
Ha una pagina facebook per sponsorizzare i suoi prodotti?
Sì, abbiamo una pagina dove occasionalmente mandiamo foto o notizie a seconda degli eventi. In più abbiamo il sito web del ristorante: www.ristorantecasaitalia.com
Riesce a far apprezzare la cucina bergamasca nel mondo?
Certo, propongo molti piatti di cucina bergamasca. Un po’ rivisitati, certo, ma comunque di ottima fattura e ben accettati dai clienti.
Biografia:
Nato a Olmo al Brembo, nel cuore delle Prealpi bergamasche, Alberto Gianati è cresciuto circondato dal profumo dei funghi, dai noti formaggi della zona e dalla onnipresente polenta. Dopo essersi diplomato all’Istituto alberghiero di San Pellegrino, Alberto ha iniziato a lavorare in hotel e ristoranti pluristellati dalla Sardegna a Cortina, dall’Isola d’Elba a Milano, passando attraverso Siena e Perugia. Poi sbarcato all’estero dove ha ricoperto incarichi manageriali, in qualità di Sous Chef e Chef, prima a Tokyo, poi Los Angeles, Sao Paolo du Brasil, New York, Bangkok e San Josè in Costa Rica. Ora è proprietario del ristorante, ”Casa Italia” a San Juan in Puerto Rico. Gianati ha ricevuto vari riconoscimenti personali, nella sua prematura carriera. Nel 1997 è stato scelto come chef per preparare a Hollywood la cena degli Oscar per la Compagnia Miramax, vincitrice quella sera del migliore film dell’anno. Nel 1999 ha aperto “Biscotti” a Bangkok, che in poco più di due anni è stato riconosciuto da Conde Nest Traveler, fra i 60 migliori ristoranti al mondo. Nel 2004 ha ricevuto il premio Amato presieduto da Gualtiero Marchesi. Il riconoscimento, destinato ai cuochi italiani all'estero, è stato dedicato allo chef Antonio Amato, ucciso dai terroristi di Al Quaeda mentre lavorava in un noto albergo ad Al Khobar, in Arabia Saudita.
(Tratto da www.affaridigola.it)