Le emozioni hanno la sua voce.
Non so se capiti a molti ma a me è successo spesso di chiedermi che cosa spingesse i miei colleghi scrittori a decidere di partecipare ad un Concorso e le risposte, che presumo siano le prime a venire in mente, dovrebbero essere: ambizione, spirito di competizione e voglia di vincere, mettendosi in gioco, credendo fortemente in ciò che si produce.
Nel corso di quest’ultimo anno, invece, mi sono convinta che i motivi per cui si decide di farlo, possano davvero essere i più variegati. Prendete me, per esempio e questo Concorso in particolare, esperienza recentissima di cui sono stata invitata a raccontarvi… non so se possa o meno interessarvi, ma quando ho deciso che avrei partecipato a Casa Sanremo Writers, settima edizione, l’ho fatto per la curiosità di divenire parte di un evento che si svolge durante l’intera settimana in cui va in onda il luna-park del Festival della Canzone Italiana, in quel della città ligure ed io, che sono appassionata di musica e soprattutto che la inserisco in ognuno dei miei romanzi, spesso come filo conduttore della storia, non ho potuto evitare di sentirmene immediatamente coinvolta!
E’ nata così, quasi per gioco, la voglia di inviare il mio ultimo romanzo in valutazione, “L’emozione ha la tua voce”, edito nello scorso luglio e infatti, l’ho fatto sul filo di lana, quasi alla scadenza dello stesso! Poi, ho continuato la mia vita senza pensarci più di tanto, un po’ perché sono una delle persone che conosco con minore autostima al mondo e un po’ perché presa da decine di altre cose a cui dedicarmi quotidianamente.
La fatidica e assolutamente inaspettata telefonata mi è arrivata in una giornata qualunque, mentre stavo seduta nel negozio della mia parrucchiera, fra una conversazione e l’altra e intenta ad occuparmi di quale piega dare ai miei capelli… figuratevi se potevo stare anche lontanamente pensando al Concorso Casa Sanremo Writers! In realtà, davo già per scontato che non sarebbe accaduto niente.
La sorpresa è stata tale, nel sentire la voce di colei che mi voleva comunicare che ero stata scelta come finalista e che figuravo, con il mio romanzo, nella rosa dei fortunati 19, scelti (ma questo l’ho saputo dopo) fra le oltre 400 opere arrivate ai 300 giurati, che ho persino faticato a comprendere di cosa stesse parlando! Ho messo insieme un po’ di parole, ho dato loro il senso compiuto che dovevano avere e finalmente, mi sono ritrovata a sorridere alla mia immagine riflessa nello specchio che mi stava di fronte.
Amo immensamente “L’emozione ha la tua voce” e vi sono legata, per motivi soprattutto personali, al di là di quanto si possa immaginare e sapere che era stato considerato degno della finale in un così bel Concorso, è stata una bellissima soddisfazione. Come se fosse stato un figlio che voleva ripagarmi per l’amore riversatogli addosso da quando è stato “dato alla luce”.
Mi sono organizzata per recarmi a Sanremo e non è stato semplice, motivi di salute e di altre storie, mi hanno indotta a temere che non ce l’avrei fatta fino quasi all’alba del sabato in cui era stato fissato il mio “turno”. Sono stata accolta da una città in festa, per la giornata finale del sopra citato Festival della Canzone Italiana e l’aria che si respirava tutto intorno, era davvero magica e colma di allegria.
Niente ancora, paragonata all’atmosfera che ho trovato all’interno del Palafiori, in cui si svolge Casa Sanremo, un Palazzo denso di eventi e di concorsi, compreso quello che attendeva me e illuminato del caos legato ad essi, con giornalisti e critici musicali, chef e cuochi, modelli e modelle e naturalmente, cantanti, musicisti e noi scrittori che, come conviene al nostro status di cronici timidi e persone silenziose, per lo più abituate a vivere nel silenzio e nella concentrazione dello scrivere, ci aggiravamo un po’ confusi per i piani e i corridoi dell’immenso Palafiori e ci riconoscevamo, anche se eravamo in tutto cinque – ultimi della rosa dei 19 finalisti, sparsi nelle cinque giornate precedenti – e ci regalavamo sorrisi che volevano essere di conforto l’un l’altro.
Unica donna, sono stata accolta con lo stesso entusiasmo dallo staff del Concorso ma un pochino più coccolata, probabilmente per una sorta di galanteria nei confronti del gentil sesso e voglio cogliere nuovamente l’occasione per ringraziare tutti, a partire dai rappresentanti di Booksprint Edizioni, co-organizzatori insieme a Casa Sanremo, alla truccatrice che si è presa cura di me e che mi ha “ristrutturata”, alla troupe televisiva che ha ripreso tutte le interviste dei finalisti, nonché ai due simpatici conduttori con cui ho interagito durante quella che mi ha visto protagonista e che mi hanno messo a mio agio, porgendomi domande davvero interessanti e grazie alle quali ho potuto raccontare de “L’emozione ha la tua voce”, senza ripetere i soliti concetti ma ampliandoli.In conclusione, questa bella esperienza legata al Concorso Casa Sanremo Writers 2014, che ha visto un solo vincitore e i rimanenti 18 finalisti, me compresa, arrivare secondi, mi ha colmato di sensazioni positive e mi ha indotta a credere di aver compiuto la scelta migliore, lasciandomi affascinare dall’idea della musica e quindi, decidendo di concorrervi e lasciate che vi dica, anche se potrà sembrare banale, che la vera vittoria, per me, è stata quella di essere presente, dati i presupposti di cui vi ho accennato prima che mi lasciavano poco sperare e soprattutto, auspico ed auguro ad ognuno dei miei colleghi autori di poterne vivere anche una sola simile. Ve lo sta dicendo una che, fino ad un paio d’anni fa, non prendeva neppure in considerazione l’idea di partecipare ad un Concorso… perché non ci credeva.
Ringrazio gli amici de “Il mondo dello scrittore” per avermi invitata a scrivere quanto avete appena letto e tutti voi che lo avete appena fatto, fino in fondo. Spero di non avervi tediato e di avervi invogliato a seguire il mio esempio. Credeteci sempre, anche se non sarà per niente facile ma in questa vita, vince solo chi continua a combattere. Per se stesso e per il mondo che lo ospita.
a cura di Rossana Lozzio