Casale Cremasco, dipendenti in lotta contro la chiusura della Danone. Il volantino del Prc

Creato il 21 giugno 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

SOLIDARIETÀ A LAVORATRICI E LAVORATORI DELLA DANONE
FERMARE I LICENZIAMENTI E LA CHIUSURA DELLA FABBRICA

La multinazionale francese vuole chiudere lo stabilimento di Casale Cremasco entro luglio 2015.

Intende licenziare gli 87 dipendenti dell’unità produttiva di Casale Cremasco ed i 13 impiegati degli uffici di Milano.

Se l’azienda riuscisse ad attuare il suo piano sarebbero altri disoccupati ad aggiungersi alle migliaia del territorio ed ai milioni del nostro Paese.

Assisteremmo all’ennesima fuga di un’impresa multinazionale dal nostro territorio dopo i casi della Van den Bergh, della Ametek e Tamoil.

DOBBIAMO IMPEDIRLO!

I dipendenti e le Organizzazioni Sindacali sono da giorni mobilitati con scioperi e presidi davanti ai cancelli, sono in campo anche le Istituzioni ai vari livelli.

E’ necessario mantenere alta l’iniziativa, nessuno sforzo deve essere tralasciato per salvaguardare l’occupazione e l’unità produttiva, non escludendo nessuna forma di lotta, sindacale e non: dal promuovere una campagna nazionale per il boicottaggio dei prodotti Danone, fino alla autogestione dello stabilimento.

Non aspettiamo il gong finale dell’azienda il 15 luglio 2015, ma siano i lavoratori e l’intero territorio cremasco a dare il ben servito alla Danone.

Per quanto ci riguarda, abbiamo chiesto ai parlamentari europei della lista L’altra Europa con Tsipras un intervento dell’istituzione europea e pressioni sull’azienda in collaborazione con i parlamentari francesi per evitare la chiusura dello stabilimento.

Partito della Rifondazione Comunista

Federazione di Crema

La notizia della chiusura è stata data nel modo seguente da www.soldiblog.it

Causa crisi Danone chiuderà gli impianti di Casale Cremasco (Cr) in Italia, per un taglio di 100posti di lavoro, di Hagenow in Germania e di Budapest in Ungheria.

All’origine della serrata dei tre stabilimenti:

“il deterioramento durevole delle condizioni economiche e della spesa dei consumatori”

cioè il continuo e significativo calo, dal 2010 in poi, delle vendite di prodotti freschi in Europa.

Il colosso alimentare francese presente con le sue attività in oltre 100 Paesi in una nota diffusa oggi spiega che il nuovo piano industriale prevede una riduzione di posti di lavoro complessiva pari a 325 unità: 70 in Germania 155 in Ungheria e come detto di 100 unità in Italia.

La chiusura degli impianti è prevista entro la metà del 2015. Nel comunicato si legge ancora che:

“nonostante i segnali di una graduale ripresa dei volumi, i prodotti lattiero-caseari freschi in Europa hanno visto diminuire i propri risultati complessive ed è necessario affrontare la questione delle capacità locali”

I volumi di produzione dei tre stabilimenti saranno riallocati in Belgio, Polonia, Germania e Francia per:

“migliorare l’utilizzo della base industriale e la competitività in Europa”.

L’azienda fa sapere che comunque sta mettendo a punto un piano di protezione sociale per i dipendenti in esubero, piano che sarà pronto in concomitanza con le annunciate chiusure.


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