Deliziosi lettori ma soprattutto lettrici del nostro beneamato “Resto del Carlino”,vi voglio raccontare gli episodi simpatici ma insoliti che mi sono successi in questo strano e bizzarro periodo pre Pasquale. Desideravo ardentemente da tempo, cambiare e rinnovare il mio “parco grembiuli da cucina”.Mi sono diretta in un grande centro commerciale e, tra piatti, bicchieri, padelle, posate e teglie da forno di ogni tipo, vi trovo soltanto un grembiule da cucina, di un solo modello e colore, piuttosto triste: classico con pettorina miserina e niente altro. Contrita e delusa mi dirigo in un altro negozio di biancheria, ma anche qui ne trovo solo di due colori funerei: uno nero e l’altro color vinaccia, senza pettorina stavolta….
Comincio a vacillare e a farmi molte domande, come mi è consono, siamo anche nel periodo pasquale, ne dovrei trovare di sfiziosi, allegri e colorati con uova dipinte, colombe che svolazzano, peschi in fiore,pulcini cinguettanti invece nulla. Solo grembiuli anonimi, fuori moda, non creati per l’uso che dovrebbero svolgere. Decido perciò di recarmi nella classica merceria, dove dovrebbero tenere di tutto: dalla spagnoletta al ditale, dal bottone alla cerniera per slip, dalla mutanda contenitiva per signore un poco panciute, sino ai famosi grembiuli. E invece? Anche qui nulla, anzi mi arrivano dalle commesse occhiate di disapprovazione completa, chiedendomi con gli occhi se sono impazzita a domandare un Grembiule. Mica ho chiesto se hanno l’ultimo modello del sexy toys per signora attempata, quello con il ventaglio per caldane! Io, donna del 2009, presenza giovanile, auto munita, diplomata, che chiede un G R E M B I U L E? Non mi sono mai vergognata tanto in vita mia dentro ad un negozio e sentendo ancora le risatine in sottofondo delle commesse, nonché delle altre clienti che hanno ascoltato la mia richiesta, me ne esco mesta mesta e con la coda tra le gambe. Poi vado oltre la merceria e corro a casa, in soffitta, ad aprire il baule della nonna, estraendo con soave voluttà, una alla volta, tutta quella biancheria preziosa e pizzosa, oramai introvabile, tra la quale, piegati ancora ad arte ed imbustati con la canfora in modo religioso, ecco spuntare gli adorati, stupendi, intatti ed ancora inamidati Grembiuli. Questi che hanno il loro punto G per eccellenza: meritano la G maiuscola! Sono di ogni tipo, di ogni foggia colore, con pizzo e pettorina, con le iniziali sulle tasche ricamate a punto pieno, con cuffietta incorporata o senza, i guantini sono in tinta e trovo anche vecchie calze autoreggenti a completare la parure. Quelli sì che erano Grembiuli! Già immagino il giorno di Pasqua, quando mio marito, aprendo l’uovo, troverà la sorpresa: io addobbata con grembiulino, cuffietta, guantini, calze e nient’altro. Decretando per sempre la fine dei 4 salti in padella.
P.S. 17/04/2014 questo è il primo dei 3 art., l’originale che ha scatenato il putiferio sul wb. Fu pubblicato sul Resto Del Carlino di Reggio Emilia, nel lontano 2009!