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Case 39

Creato il 26 luglio 2011 da Misterjamesford
Case 39La trama (con parole mie): dunque, questa è la storia del solito caso arrivato all'ultimo sulla scrivania della solita assistente sociale caritatevole con il solito amico potenziale fidanzato fico e generoso con la solita spalla solida che lavora in polizia che si risolve con un crescendo di tensione e massacri e finte follie legati alla solita bambina vittima di violenza da parte dei soliti genitori che paiono proprio due pazzi scriteriati ma non dicono nulla sulla natura della stessa, ovvero la solita piccola espressione del potere del demonio. Insomma, il solito film horror a tema.
Neppure il tempo di riprendermi dalle citazioni telefonate e dalle parti più banali di Insidious, ed eccomi alle prese con l'ennesimo film e l'ennesimo bambino - in questo caso bambina - terribile come protagonista che ruba a piene mani da tutto il campionario di genere, da L'esorcista a The grudge, da The ring a Shining, riuscendo senza alcuna fatica ad essere peggio - ovviamente - di tutte le pellicole appena citate.
E' curioso quanto la volontà di sfruttare l'inquietudine che può essere generata da un "mostro" celato dalle fattezze di una creatura apparentemente innocente possa distruggere sistematicamente qualsiasi buona idea - anche quando le stesse sono esigue, ma davvero esigue, come in questo caso - di uno script.
Certo, trattasi di film in grado di scorrere sempre, giocati tutti sulla tensione - se vogliamo chiamarla in questo modo - crescente - se vogliamo convincerci che lo sia - diretta allo scioglimento grazie all'ovvia risoluzione della vicenda, eppure è curioso quanto ogni riflessione sulla visione porti ad una riduzione del suo valore, praticamente il contrario di quello che accade con i film che vale veramente la pena vedere.
A tutto questo, si aggiunga che la scena - fastidiosa per una questione sensoriale, occorre ammetterlo - delle vespe che coinvolge Bradley Cooper è stata in grado di riportare alla mente del sottoscritto l'agghiacciante ricordo di Prossima fermata: l'Inferno, ribattezzato in casa Ford "L'uomo delle petecchie", intendendo come petecchie le vesciche - o presunte tali - che il "mostro" di turno si rimuove per conservarle come olive in salamoia in un vasetto che tiene dietro lo specchio del bagno.
Un richiamo come questo, senza alcun bisogno di prestare attenzione al resto della pellicola, causa il precipitare inesorabile dell'attenzione ben sapendo che potrà portare solo ed esclusivamente ad una visione completamente trascurabile nella nostra vita di noi spettatori.
Anche perchè le sequenze più efficaci arrivano dritte dritte dall'immaginario già solleticato dalle pellicole d'ispirazione succitate, e di conseguenza il loro potenziale "spaventevole" è pari a quello dei vecchi col girello del - quello sì davvero - grande Bubba Ho-Tep.
La cosa più curiosa è che un'attrice strapagata e strapremiata come Renèe Zellweger si presti ad un'operazione di questo tipo, più utile all'allora figlio del piccolo schermo Bradley Cooper come trampolino di lancio che ad una Bridget Jones in cerca di nuovi, milionari ingaggi.
Misteri del mondo del Cinema - di infima serie -.
Pensate: questo film è così lontano dal mio standard non solo horror, ma anche e soprattutto cinematografico, da ridurmi a chiedermi, nel bel mezzo del post a lui dedicato, il perchè di possibili motivazioni degli attori quasi mi trovassi nel peggiore dei blog gossippari.

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