Qual è il rapporto fra case editrici e social network? E quali le conseguenze di un utilizzo corretto delle reti sociali? Una recente ricerca della piattaforma Blogmeter Social Analytics ha portato al centro dell'attenzione - non solo all'ultimo Salone del Libro di Torino - che non conta tanto il numero di fan e iscritti quanto la qualità del rapporto che con questi si instaura.
Analizzando il comportamento delle case editrici su Facebook e in un periodo di tempo abbastanza lungo - dal primo febbraio al 15 maggio per la rete sociale di Mark Zuckerberg e dal 20 marzo al 15 maggio, per l'altra -, Blogmeter è riuscito a stilare la classifica degli editori più social, non senza giustificarla. Una volta ottenuto il risultato, insomma, non ci si può fermare: l'analisi è necessaria.
Notiamo che, in quanto a numero di fan, primeggia Mondadori con oltre 160mila utenti Facebook e quasi 210mila follower; con Zuckerberg risulta vincente anche Bao Publishing, che detiene il primato di azioni e reazioni dell'utenza (numero di "mi piace", condivisioni etc.). Diversa la situazione su Twitter: Einaudi conquista il primo posto con le Twitter mention (@), seguita da Mondadori e Minimum Fax. Si nota, insomma, come, pur essendo quella più amata, non è Mondadori la casa editrice che crea dibattito e interagisce.
Ma come vengono utilizzati Facebook e Twitter?
"Facebook - si legge nella ricerca - viene utilizzato principalmente come canale di promozione dei libri. [...] Quasi metà delle pagine non permette ai fan di scrivere post in bacheca. [Twitter] è un social network aperto a un dialogo più paritario e nello specifico i contenuti più condivisi e seguiti si legano a discussioni di ordine generale non strettamente legati ai prodotti della casa editrice".
Interessante, il comportamento dell'utenza:
"Mostra una grande propensione all'interazione con le case editrici [...]. Sui social network come in libreria, il libro è percepito come un prodotto diverso da un semplice bene di consumo e di conseguenza le forme di promozione alternativa al tradizionale contenuto pubblicitario (e quindi interviste, citazioni e foto) risultano le più efficaci e apprezzate dai lettori soprattutto per il vissuto personale e culturale che i libri mobilitano".
Usare bene un social network, insomma, può portare a risultati ottimi, se non eccellenti.