Case in America: torna l’ottimismo

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Sono stati anni difficili questi per l’America, il dissesto bancario, la crisi economica che ha colpito duramente le famiglie e le speculazioni finanziarie che sono salite sul banco degli imputati come un modo di intendere l’economia e  la convivenza civile deviato, chi non ricorda la crisi dei mutui subprime, delle maggiori banche e l’imbarazzo della politica americana nel far fronte a queste emergenze?

Attualmente si intravedono spiragli di miglioramento, anche se le ragioni che hanno portato alla crisi economica e finanziaria sono ancora lì pronte ad esplodere (manca ancora una severa normativa di regolamentazione delle operazioni finanziarie).

Una buona notizia tra le tante negative, arriva dal mercato immobiliare, la presenza notevole di case pignorate dovrebbe rendere più appetibile l’acquisto delle stesse e dare nuova linfa ad un mercato che boccheggia.

Il Segretario di Stato Donovan è convinto di questo e mostra i dati di come negli ultimi mesi sia cresciuto notevolmente il numero delle compravendite immobiliari, anzi, il Segretario rincara la dose, invitando gli americani a comprare casa, è l’unico modo per far ripartire il mercato e ottenere l’obiettivo di aumentare il valore commerciale delle abitazioni.

In economia, così come in qualsiasi altro aspetto della vita, le riflessioni sono un qualcosa di opinabile, esistono mille punti di vista, ognuno dei quali ha una propria legittimazione e un senso da tener presente; eppure, francamente, l’ottimismo del Segretario di Stato,è difficile da comprendere, qui stiamo parlando di case pignorate, qui stiamo parlando di persone che per onorare i propri debiti hanno dovuto pignorare e cioè privarsi della casa.

Ora il punto è: ci sono due notizie: la prima è che gli americani sono in forte difficoltà economia e non riescono a pagare i debiti e chi ha una casa ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza dolorosa del pignoramento; la seconda è che i prezzi delle case sono scese e i compratori si sono fatti avanti.

Due notizie e un dilemma: è meglio vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

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