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Case Popolari nell'Ospedale Vecchio. Ora occorre incontrare i cittadini.

Creato il 18 maggio 2012 da Laperonza

 

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E’ passata ormai una settimana dall’intervento di Fausto Franceschetti sulla stampa riguardo la petizione popolare sull’Ospedale Vecchio. L’ex presidente dell’Erap esprimeva con energia prima su queste pagine e poi sul giornale la sua posizione che, si presume, possa ricalcare quella dell’ente che ha presieduto fino a pochi mesi fa. E la posizione è chiara: quando chiami lo specialista questi fa il lavoro per cui è stato chiamato ma il responsabile rimane il committente. Così il Comune di Montegranaro mantiene la responsabilità politica della scelta di destinare ad edilizia popolare lo stabile dell’ex convento agostiniano nonostante che la gran parte della ristrutturazione sia ad opera dell’Erap che agisce, però, su incarico del Comune stesso.

 

Credo che in questo rimpallo di responsabilità il cittadino rimanga quantomeno perplesso ed abbia il diritto di essere informato sulle scelte fatte e sul futuro dell’opera, anche in funzione delle rassicurazioni date dal Sindaco e dall’Assessore Venanzi che, addirittura, condivide a tal punto le preoccupazioni dei cittadini tanto da firmare egli stesso la petizione rivolta alla giunta di cui fa parte. E’ per questo che ritengo che il prossimo passo sia il coinvolgimento della cittadinanza. Credo che debba essere convocata un’assemblea o un Consiglio Comunale aperto tramite il quale informare i cittadini e raccogliere eventuali suggerimenti.

 

Le preoccupazioni dei Montegranaresi sono più che legittime e sono suffragate anche dagli ultimi episodi di cronaca che parlano di furti ripetuti ad opera di personaggi ben identificati che lasciano pensare ad un certo tipo di pericolosità potenziale nell’operazione di assegnazione degli alloggi popolari, così come chiaramente espresso dalla petizione stessa. Sarebbe compito di un’amministrazione comunale seria e democratica rassicurare i cittadini con argomentazioni concrete senza liquidare il problema con due dichiarazioni sulla stampa.

 

Luca Craia

 


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