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Casini l'ispiratore del documento Bindi
Creato il 20 luglio 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg“Il matrimonio tra gay e' un'idea profondamente incivile, una violenza della natura sulla natura” Ecco le parole pronunciate ieri da Pier Ferdinando Casini alla direzione nazionale dell'Udc, ed ecco spiegato chi è il vero ispiratore del documento Bindi. Perchè dico questo? più che altro per la parte iniziale della frase di Casini:''stabilire garanzie giuridiche per le coppie di conviventi e' cosa molto diversa dal matrimonio". E infatti nel documento Bindi di tutto si parla tranne che di matrimonio.
È chiaro: se Bersani continua a cercare Casini come un rospo la sua bella affinchè diventi un bel principe, deve fare in modo che il bacio di Casini non diventi all’improvviso un mozzico. Certo è anche vero che nelle favole la bella baciava il rospo proprio perché il suo amore era disinteressato, ma Casini , ça va sans dire, è tutto fuor che una bella, e Bersani, in questo caso, almeno agli occhi dei suoi elettori, continuerà a rimanere rospo.
Vogliamo finalmente vedere quali sono i due documenti, quello votato a maggioranza giorni fa all'assemblea nazionale del Pd e presentato da Rosy Bindi, e quello di Paola Concia? Eccoli: questo è il documento Bindi, e questo è il documento della Concia.
Salta subito all’occhio una differenza: il documento della Bindi è un'indigestione di pagine infinita; quello della Concia si risolve in due succinte paginette, perché poco ci sarebbe da dire, ovvero due parole: "matrimoni" e "omosessuali". Ma il documento Bindi pur di aggirare la questione si avvinghia in vortice di supercazzole agghiaccianti, fino a che al 5.6 finalmente si riesce a capire di cosa si sta parlando. Eccoci:
“Il PD, auspicando un più approfondito bilanciamento tra i principi degli articoli 2, 3, e 29 della Costituzione, quanto in specie alle libere scelte compiute da ciascuna persona in relazione alla vita di coppia ed alla partecipazione alla stessa, opera dunque per l’adeguamento della disciplina giuridica all’effettiva sostanza dell’evoluzione sociale, anche introducendo, entro i vincoli della Costituzione e per il libero sviluppo della personalità di cui all’art. 2, speciali forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da quelli matrimoniali, ivi comprese le unioni omosessuali”.
Ahhh… ce l’abbiamo fatta.
Io, da par mio invito alla lettura di questa interpretazione del testo Bindi da parte di Luca Telese.
Il finale è un po' rozzo (da parte sua che è scappato dai rutti del Fatto Quotidiano), ma il contenuto, seppur zeppo di errori di battitura, è piuttosto condivisibile.
Lo scoglio quale sarebbe? l'articolo 29 della costituzione, e cioè: " La repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio". Il documento Concia ricorda una decisione della corte costituzionale del 2010 che, rifacendosi proprio all'articolo 29, riconosceva le coppie omosessuali come titolari di diritti, ma non abilitate ad unirsi in matrimonio, e fa notare che "L’impostazione della Corte, che rifacendosi nell’ interpretazione dell’articolo 29 della Costituzione alle intenzioni dei legislatori è molto discutibile perché in questo modo entrerebbe in contrasto con la storia dell’evoluzione giuridica dell’istituto del matrimonio.Basti pensare all’introduzione del divorzio o alla riforma del diritto di famiglia che sicuramente non erano contemplati nelle intenzioni dei padri costituenti all’epoca della stesura dell’articolo 29".
Insomma nel 1974 si votò il referendum per abrogare la legge Fortuna-Baslini, che nel 1970 introduceva il divorzio in Italia. Il 59% degli italiani votò contro l'abrogazione e a favore del divorzio. Nel 1970 anche il PCI fu a favore del divorzio ( pur con tutte le riserve che ancora oggi i radicali imputano ai comunisti di allora). Oggi? Cosa è rimasto del laicismo di un partito erede di quello di Berlinguer? Il rospo.
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