La situazione dei casinò italiani è tutt’altro che rosea. Sono ormai anni che le entrate delle case da gioco diminuiscono, e il lancio dei nuovi casino online legali AAMS non ha fatto che peggiorare la situazione, e questo ancora prima del lancio delle slot machine online, previsto per circa la metà del 2012.
Per il comune costi di gestione enormi e introiti continuamente in calo
I comuni che ospitano i casinò sono i maggiormente danneggiati dalla situazione: da un lato la (costosa) gestione delle case da gioco è a loro carico, e d’altro canto le case da gioco hanno da tempo smesso di essere per le casse comunali la gallina dalle uova d’oro degli anni ’90. Una situazione perdente, dunque, su tutti i fronti.
La battaglia fra il comune e i dipendenti del casinò di Venezia
Questo ha aperto la battaglia per la privatizzazione del Casinò di Venezia. Battaglia perchè da una parte il comune desidera “liberarsi” della costosa gestione del casinò che ormai non è più redditizio come un tempo mentre la privatizzazione gli permetterebbe un’entrata fissa assicurata per i prossimi 20 anni. D’altro canto i dipendenti della casa, che godono di contratti estremamente protettivi e favorevoli e che sono completamente contrari a qualsiasi cambiamento della situazione che possa mettere in pericolo le proprie condizioni di lavoro.
I possibili acquirenti
La rosa di nomi comprende la Caesars Entertainment, l’azienda che gestisce una gran parte dei casinò di Las Vegas, i francesi di Dominique Dessaigne che gestiscono il casinò di Cannes e i russi della gruppo Kempiski, il gruppo collegato allo stadio di Tessera.
Gli stipendi sono dei dipendenti sono alti
Fra tutte le discussioni si è però sentita anche una voce diversa, forse addirittura definibile coraggiosa. Uno dei consiglieri comunali si è pronunciato con queste parole: “con questa crisi anche chi ha stipendi d’oro deve cominciare a fare sacrifici”, ricordando che gli stipendi dei dipendenti del casinò di Venezia sono fra i più alti del settore, soprattutto quelli dei croupier.