Caso Calderoli. Scontro tra Letta e Maroni

Creato il 16 luglio 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il caso Calderoli continua e fa scontrare il premier Enrico Letta e il Governatore della Lombardia Roberto Maroni. Per certo qualcuno si sarà pure domandato per quale ragione, quando l'Italia ha da far parlare di sé, ci debbano essere sempre delle questioni imbarazzanti al limite dello scandaloso. Così, dopo il caso degli F35 che dovrebbero figurare soltanto nell'agenda dei Paesi indenni dal rischio di crisi economica e invece l'Italia ne ha acquistato un bel quantitativo (quasi da Guerra del Golfo), ecco far capolino il teatrino di Calderoli con l'insulto deplorevole al ministro dell'Integrazione, Cecile Kyenge. Nonostante ciò, la polemica che ne è scaturita di conseguenza non sembra voglia placarsi tanto facilmente. Così, se il vicepresidente del Senato Calderoli rassegnerà o meno le dimissioni, lo sapremo soltanto oggi. Nella giornata odierna, infatti, l'esponente leghista spiegherà a tutti quali fossero le sue intenzioni al momento di quel "complimento" ben poco piacevole.
Ma a questa pantomima il premier Letta non ci sta per nulla, ed è così che ha preteso dal leader Maroni un'intermediazione col "compagno di avventure" Calderoli, affinché questi si allontani quanto prima dalla carica che attualmente ricopre. La rabbia di Letta non è certo da intendersi col contagocce. Ha infatti minacciato una collaborazione fra Palazzo Chigi e la Regione Lombardia sul fronte dell'Expo 2015. Queste le parole del premier: "L'Italia oggi è presente sulla stampa estera per questa vicenda. È una vergogna che fa male al Paese. Faccio appello a Maroni, presidente della più grande regione italiana, con la quale stiamo lavorando per l'Expo, perché chiuda questa pagina velocemente. Se non la chiude si entra in una logica di scontro totale". Dopo l'atto di razzismo dell'onorevole Calderoli, la reputazione dell'Italia all'estero ha subito un'innegabile flessione a ribasso.
L'ira del presidente del Consiglio sembrerebbe da ricercarsi nella catena di alcuni fatti spiacevoli. Dopo che Maroni si era mostrato indifferente di fronte alle sollecitazioni del premier, in Lombardia il numero uno della Lega, Matteo Salvini, aveva accusato il Quirinale per essersi schierato in difesa dello stesso ministro Kyenge. Un exploit, quello di Salvini, che ha fatto presto a girare nel web, dal momento che ha adoperato Facebook per sottolineare il proprio disappunto: "Taci che è meglio". Dinanzi a queste parole sdegnose, il premier Letta non s'è fatto attendere e ha replicato nell'immediato: "L'aver chiamato in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere, non ci provino nemmeno...". Salvini, in seguito, ha pronunciato le proprie scuse al Capo di Stato, e questi - prendendone atto - ha fatto decadere il tutto sul nascere.

Successivamente l'onorevole Maroni ha cercato, quanto possibile, di chiudere l'odiosa faccenda sul caso Calderoli, ma l'impatto mediatico di quell'insulto razzista ha fatto presto a tagliare trasversalmente l'intero Parlamento. Ecco le parole dello stesso Maroni: "Calderoli ha sbagliato. La Lega contrasta le proposte che non condivide, ma non si devono mai insultare le persone". Nonostante la presa di distanze del leader leghista sul fattaccio, il resto del partito non sembra che abbia compreso realmente la portata del gesto di Calderoli. Stando infatti ad un commento, via Facebook, dell'assessore veneto Daniele Stival, ad offendersi non dovrebbe essere altro che la stessa Kyenge, definita un "orango" ed una "povera creatura di Dio". Al pari di Salvini, anche Stival ha scatenato una vera e propria caccia alle streghe senza esclusione di colpi. Di fronte a questo polverone mediatico, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, è stato letteralmente costretto ad intervenire sulle malefatte dell'assessore: "Quella di Calderoli è un'uscita sbagliata ed infelice, senza se e senza ma. L'unica cosa da fare sono le scuse, cosa che Calderoli ha fatto. [...] In merito a Stival non condivido le sue espressioni e lo invito a scusarsi e a cancellare il post da Facebook". Così, mentre la Lega impreziosisce il proprio repertorio con battute e battutacce, sul fronte dei partiti avversari, il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà hanno dato vita ad una manifestazione di piazza per chiedere le immediate dimissioni del vicepresidente del Senato, Calderoli. Anche se ciò che più lascia attoniti è il commento di Mara Carfagna, dalle fila del Popolo della Libertà: "Sarebbe un bel gesto e dimostrerebbe un serio pentimento. Perché rivolgere solo le proprie scuse rischia di apparire un atteggiamento di rito formale e non sostanziale".

Prima Berlusconi lontano dai pubblici uffici, poi il caso diplomatico del dissidente kazako con la possibile compromissione di Alfano, ed ora la posizione barcollante di Calderoli in Senato e lo scontro Letta-Maroni. Per quanto ancora durerà la Destra?

Articolo di Stefano Boscolo


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