«Su questa vicenda non ho fatto dichiarazioni in passato, non le faccio adesso e non le farò mai - si schermisce dapprima al telefono, interpellato dal giornalista dell’agenzia -. Io sono un sacerdote e faccio solo il mio dovere». Ma poi aggiunge: «Vi invito a leggere bene le frasi che ho messo anche sul mio sito: 'Parce sepultò e 'De mortuis nil, nisi benè». E cioè: «Perdona chi è morto e sepolto» e «dei morti non si deve dire altro che bene»
Fu lo stesso mons. Vergari il 6 marzo 1990, a soli 32 giorni dall'uccisione di 'Renatinò De Pedis in Via del Pellegrino, ad attestare in una lettera lo status di «grande benefattore» dell'ex boss, che aveva conosciuto anni prima durante le visite ai detenuti a Regina Coeli.
Dopo quattro giorni l'allora vicario di Roma e presidente della Cei, card. Ugo Poletti (nella foto sotto), diede il nulla osta alla sepoltura di De Pedis all'interno della basilica di Sant'Apollinare, dove la salma fu quindi traslata il 24 aprile di quell'anno dal cimitero del Verano.
Dipanare dubbi, dare risposte certe, scavare nell’ombra per dare risposte a una famiglia che soffre da anni e per una giustizia che aspetta fi fare il suo corso , penso sia oltremodo cristiano.
Molto più cristiano che nascondere le verità dietro a giochi di parole.
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