Gavoi è attonita. Dietro la morte della giovane madre Dina Dore c’è una storia d’amore clandestista.
L’inchiesta è durata due anni ma poi oggi, 28 febbraio 2013 il mandato di arresto. In manette il dentista Francesco Rocca, marito di Dina Dore. Ad incastrarlo, sono state le sue stesse parole: «Ha fatto la fine che doveva fare» questo dovrebbe essere il testo di una intercettazione telefonica.
Sembra poi che Rocca, nelle intercettazioni più volte avesse fatto riferimento alla moglie con termini sprezzanti.
Modalità che accomunano molte situazioni simili, il marito convince l’amante disprezzando la moglie, così si raccontano sentimenti contrastanti, ed in genere all’amante si ripete che grazie a lei si è scoperto l’amore vero.
Francesco Rocca avrebbe commissionato l’omicidio della moglie a Pierpaolo Contu, giovane di 23 anni e suo amico, minorenne quando avrebbe ucciso Dina. Il killer però non era solo ci sarebbe un’altra persona non identificata.
Pierpaolo Contu ha alle spalle una storia particolare infatti sarebbe il nipote di Maria Rosa Contu, 57 anni, in carcere per l’omicidio di Angela Podda, ottanta anni, uccisa a bottigliate nel 2010 per una eredità.
Retroscena di una Gavoi sconosciuta, un luogo come tanti altri in una Italia dove le cronache sono scritte con il sangue.
Nella giornata di oggi intanto Rocca, assistito dall’avvocato Angelo Manconi, viene sentito dal capo della Mobile di Cagliari, Leo Testa, che ha condotto le indagini assieme al collega della Mobile di Nuoro, Fabrizio Mustaro.