E' una notizia di una settimana fa, ma secondo me è utile rilanciarla, data la sua importanza: si tratta della decisione del Consiglio di Stato sull'obbligo che aveva la Regione Lombardia, al tempo guidata da Roberto Formigoni, di garantire la sopensione delle terapie (alimentazione e idratazione artificiale) nei confronti di Eluana Englaro, così come aveva stabilito una sentenza della Corte di Cassazione. A causa di quel rifiuto, nel febbraio del 2009 Eluana Englaro venne trasferita presso la clinica La Quiete di Udine, ove venne attuata la sentenza della Suprema Corte.
Riporto di seguito alcuni stralci della sentenza del Consiglio di Stato:
[...] «la decisione di somministrare al paziente l'alimentazione e l'idratazione artificiale è, in tutto e per tutto, il frutto di una strategia terapeutica che il medico, con il consenso informato del paziente, adotta valutando costi e benefici di tale cura per il paziente, ed è particolarmente invasiva, per il corpo del paziente stesso, poiché prevede, nel caso della nutrizione enterale, addirittura l'inserimento di un sondino che dal naso discende sino allo stomaco o l'apertura di orefizio, attraverso un intervento chirurgico, nell'addome»
«L'inserimento, il mantenimento e la rimozione del sondino naso-gastrico o della Peg sono dunque atti medici e non possono in alcun modo essere considerati una forma di alimentazione sui generis, quasi un regime dietetico a parte, un surrogato dell'alimentazione e idratazione naturale».[...]
Con il rifiuto della sospensione dell'alimentazione e idratazione artificiale, la Regione «ha inteso porre e imporre d'imperio una visione assolutizzante, autoritativa della "cura" e, in ultima analisi, al suo fondamentale e incomprimibile diritto di autodeterminazione terapeutica, quale massima espressione della sua personalità».
Qui, un articolo dal sito de Il Sole 24 ore, con un link al testo della sentenza.