Riguardo al tema della “privatizzazione” del Teatro Monteverdi, credo che sia doveroso porsi qualche domanda; e bene hanno fatto i miei colleghi Ruggeri Caterina e Poli a rivolgere al Sindaco e all’assessore un’interrogazione.
L’assessore giustifica la decisione sostenendo che non ci sono più risorse né personale per gestirne l’apertura. Questo perché il Monteverdi è utilizzato in gran parte per le attività di carattere sociale e formativo che caratterizzano il comparto delle Politiche Giovanili. Non a caso il Comune, a quanto pare, si riserverebbe un centinaio di giorni di apertura all’anno da destinare a questi scopi.
Ma mi chiedo: se l’assessore ritiene che nel restante periodo dell’anno il Monteverdi, con una gestione privata, possa fruttare a tal punto da rendere “economicamente sostenibili” le attività socioformative, perché non se ne occupa in prima persona? Perché non rende appetibile il teatro per attività redditizie, perché non affida a persone competenti l’incarico di organizzare attività a pagamento? Il privato potrebbe farlo, mentre il Comune no? Cos’è questa se non una resa, una dichiarazione di incapacità?
Il caso del Monteverdi è ben diverso da quello di edifici che, per essere sfruttati e quindi messi a reddito, necessiterebbero di investimenti più o meno ingenti di cui l’amministrazione al momento non dispone; penso ad esempio a palazzo Grasselli, a San Francesco, di cui non si può condividere l’ipotesi di vendita, ma che costituiscono un problema diverso. Il Monteverdi no: c’è, è recentissimo, funziona. Non ha bisogno di investimenti. Ha bisogno “solo” di teste pensanti. E non ne esistono fra il personale del Comune? Bisogna per forza ricorrere ai privati?
Davvero una resa totale sulla linea della capacità gestionale. Complimenti! E Nolli cosa dice? Non è l’alfiere dell’utilizzo delle risorse della macchina comunale? Se è d’accordo con l’Alquati (e lo è senz’altro, perché ormai le decisioni le prende solo lui) allora è palese l’incoerenza: quando conviene “occorre valorizzare le risorse”, mentre quando fa comodo “solo i privati possono farlo”.
Daniele Bonali
Consigliere comunale Pd