Dopo un lungo periodo, ecco un post che esorta a seguire un criterio nella scelta dei presidenti di commissione e, si presume, in occasione di ogni nomina.
Secondo me, se la politica vuole riacquistare credibilità, deve nominare persone sulla base della competenza e non dell’appartenenza, soprattutto se quest’ultima cambia ogni tre per due….
Il riferimento è evidente, ipotizzo: Francesca Pontiggia. Sostenuta calorosamente da Caterina Ruggeri, la tenera Francesca – già parte dello staff di Giuseppe Torchio durante le regionali, proveniente da Rifondazione e dopo il periodo sotto torchio tuffatasi nel Pd – come presidente della commissione Ambiente non convince tutti, neanche nel Pd. Normale. Chi mai ottiene il 100% dei consensi? Non certo chi cambia tre partiti in un anno e passa dall’Usb alla Cisl. Misteri della libertà personale.
In Emilia Romagna il Pd del resto ha fatto confusione un’altra volta, e qualche intoppo capita anche a Cremona.
D’altra parte Pontiggia non è ingegnere ambientale come Alessia Manfredini, assessore, volpe bionda e campionessa di preferenze e si è occupa nel Pd di quel che conosce, ovvero la questione dell’acqua, di cui è tra i protagonisti dai tempi dei referendum e anche prima.
Primi scricchiolii in un centrosinistra che sin dalle primarie, anzi da prima, dall’inizio, da prima della stessa candidatura senza alternative (!!!!!!!!!!) di Galimberti, ha un serio problema: decidere chi è e che cosa vuole!
Insomma, coraggio! La persona giusta lì c’è: Rosita Viola, assessore, campionessa in vari settori che richiedono impegno, la più votata. E valorizzatela, no?
Filippo Bonali comunque non può essere penalizzato perché è di Sel e Pontiggia favorita perché è del Pd. Questo no. Metodi degli anni precedenti.
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