La Procura di Teramo è a caccia di complici del delitto Rea. Salvatore Parolisi non ha ucciso da solo e con molta probabilità ha solo eseguito un ordine. La Procura però ora cerca dentro la Clementi il complice del delitto ed in particolare cerca chi ha deturpato il cadavere di Melania, con svastiche incise sulla pelle e una siringa per la droga infilata sotto il seno della donna. Il Giudice Cirillo non ha dubbi: il complice è un militare. Nella pagina 168 dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Parolisi c’è scritto:
«L’unico modo che Parolisi può avere avuto di incaricare qualcuno a “completare l’opera”, al fine di sviare le indagini che si stavano stringendo intorno a lui.,è stato parlare direttamente con il mandatario, probabilmente mentre era all’interno della caserma». Dalle cronache locali apprendiamo che due giorni fa è stato sentito un maresciallo dell’esercito, molto vicino a Parolisi, peraltro tra i primi a incontrarlo dopo la scomparsa della moglie, c’è da notare però che il maresciallo non è il il militare di cui si è detto è stata rintracciata l’utenza telefonica, attraverso le celle telefoniche, proprio a Ripe, il 19 aprile, cioè il giorno dopo la scomparsa di Melania. Non è lui perché il suo telefono è stato tenuto sotto controllo per due mesi, e il militare non si è mai tradito. Cosi dice la cronaca. O forse per essere realisti non è lui semplicemente perchè l’utenza non corrisponde ai suoi cellulari.
Apprendiamo poi che in caserma, il PM Rosati ha sentito il nuovo comandante che ha sostituito il colonnello Ciro Annichiarico. Dal colloquio sembra essere emersa la certezza dell’esistenza di altre indagini, ovvero quella amministrativa della procura militare, affidata ai carabinieri e l’altra interna e disciplinare, che non riguardano solo Parolisi. Decade però la questione della pista della droga, i narcotest sui militari, che il pm ha potuto vedere, sono tutti negativi così come i cani antidroga, entrati due giorni fa in caserma, non hanno fiutato “roba”. Anche se da agosto ad aprile i mesi sono parecchi e dati e “aromi” possono mutare. Per il resto tante sono le ipotesi che si reperiscono nel web ma quasi tutte senza una logica. In modo sommesso ma molto più insistente, in queste ore, pare che alcune persone abbiano deciso di “porre fine” alla questione Parolisi, Rea e delitto, facendo apparire nella net tracce idonee. Insomma un delitto veramente intricato e pauroso. Apprendiamo poi che ”spiato da alcuni amici” ( della coppia dunque non è dato sapere se siano di Parolisi o di Rea ndr) hanno “registrato le conversazioni per poi consegnarle agli inquirenti”, con una “palese violazione dei diritti difensivi minimi”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta i due difensori del caporalmaggiore, gli avvocati Nicodemo Gentile e Valter Biscotti. Quando gli avvocati hanno comunicato questo fatto il giovane si è sentito male. Forse memore di altri accadimenti personali, come la questione legata alla famiglia di lei che vi abbiamo già narrato.
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