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Casomai...

Creato il 06 maggio 2013 da Bernardrieux @pierrebarilli1
CASOMAI... Fidenza, fra un anno, mese più mese meno, cioè a scadenza naturale, si andrà a votare per eleggere Sindaco e Consiglio comunale.
Per ipotesi, dando per scontato che, dopo 5 anni di governo della città, il sindaco Mario Cantini volesse ricandidarsi per proseguire, aggiornare e rilanciare una proposta politico-programmatica da sottoporre al giudizio degli elettori, inutile perdere tempo per interrogarsi e immaginare quale sarà, fra un anno, lo scenario politico; a veder di lungo, risulta improbabile qualsiasi previsione; troppe le variabili, grillini compresi, in un contesto politico-partitico in fibrillazione sulla cui sorte peseranno anche i modi e i tempi della ridefinizione a livello cittadino degli equilibri interni dei due partiti maggiori: il Pd e il Pdl.
Volendo, ci sarebbe anche Grillo che anche a Fidenza, alle recenti elezioni politiche ha preso un sacco di voti, circa il 26%, per la precisione 4413 al Senato e 3812 alla Camera.
Comunque, ricapitolando, può anche darsi che le elezioni politiche del febbraio scorso si ricordino in futuro per la rottura del rapporto di fiducia tra rappresentanti e rappresentati: la “casta” partitica da una parte, dall'altra i "candidi" cittadini. Lo dicono tutti: sarà certamente così. Tutti? Se posso...  ritengo che le elezioni politiche, dopo la caduta del Muro di Berlino , siano state sempre identiche e sempre diverse. Bersani non è il primo a ribaltare. Nel tempo, era il 1994, ricordo contestualizzando, lo spappolamento di partiti storici come la DC o il PSI... e ancora fumano le chiappe all'ex PCI, ora Pd, che allora, praticamente senza avversari e nonostante gioiose macchine da guerra, riuscì a perdere le elezioni  contro la neonata Forza Italia di Berlusconi...  Insomma, poi, a seguire, successe di tutto e di più. Fratture ideali. Toghe rosse. Scontro di mondi. Il voto spariglia laici e cattolici, conservatori e progressisti, socialisti e liberali, garantisti e forcaioli, nord e sud, populisti e umanisti.  Democraticamente,  lungo i 65 anni della Repubblica la politica, a destra come a sinistra, è inciampata nella logica delle occasioni strutturalmente liberali e riformiste, sempre evocate mai realizzate, ed è questo, non altro, il passivo più terribile per i partiti e i loro indefinibili leader.
Bene. Detto questo,  passando dal macro al micro,  ritorniamo al
Grillo in salsa fidentina. Qui il Movimento 5 Stelle vive di luce riflessa;  alla prova elettorale amministrativa, se saranno ancora politicamete vivi,  vedremo cosa combina l'antipolitica; per intanto i grillini locali,  come un partito tradizionale, hanno aperto una sede quasi sempre chiusa e, con l'occhio rivolto a Parma pregustando il ripetersi di una improbabile pioggia di voti, come un partito tradizionale, già sono iniziate le manovre e le sgomitate di posizionamento con epurazioni ed espulsioni ... dura minga.
Il Partito democratico, alle prese con i suoi guai a livello nazionale, localmente (d'attualità le dimissioni dal Direttivo del Pd di Giovanna Galli) tralasciando  di raccontare -già dato- la vicenda giudiziaria che ha visto la condanna in primo grado del segretario di sezione Malvisi e del suo vice per diffamazione, il Pd non è ancora uscito dal trauma provocato dalla sconfitta nelle amministrative del 2009 e da ciò che ne è seguito, tant'è che il Pd è ancora alla ricerca di se stesso con il peso del passato che non passa, la qual cosa fin qui non solo ha frenato qualsiasi ragionamento politico, ma ha anche impedito al Pd di darsi “una identità adeguata utile per vincere le elezioni, perché tende a perpetuare al proprio interno concezioni, di se stesso, del proprio rapporto con gli elettori e con la società italiana, ereditate dal passato e che sono incompatibili con le circostanze presenti” (citazione da Angelo Panebianco, CdS) 
Il Pdl, anzi quel che rimane del Pdl fidentino dopo le incursioni della coppia Gambarini-Pantano, è una commedia famigliare … dove i comunicati sono un poco come i pedalini di casa Cupiello:
(“Luca- Io me ne so accorto, stanotte, con la casa fredda, non potevo pigliare calore. Due maglie di lana, sciarpa, scialle …… I pedalini ‘e lana…. Te ricuorde, Cunce’, i pedalini e lana che compraste tu ca diciste: “sono di lana pura, aggi avuto na cumminazione, Te ricuorde, Cunce’? Cunce’, Te ricuorde? Cunce’ …..? Cunce’, te ne sei andata?
Conceta - Sto ccà, Lucarie’, sto ccà
Luca - ‘E pedalini ca cumpraste tu, che dicesti: “sono di lana pura”, qua lana pura …. Conce’, quella non è lana, t’hanno mbrugliata. E’ tutta na mistificazione. Tengo i piedi gelati. E poi, la lana pura quando si lava si restringe ……. Questi più si lavano più si allargano, si allungano …… so’ addiventate ddoje barche, tutta la notte a correr a press e pedalin rint o’ liett. ‘O ccafè, Cunce’...”) 

Insomma, in quel che rimane del Pdl, la politica s'è ridotta ad una tristissima commedia famigliare. Politica? Ma non scherziamo, la politica è cosa seria, non paracadutismo...tra l'altro finito malaccio per chi, paracadutato a Fidenza con il compito di rottamare il Sindaco e la sua Giunta... alla fine della fiera a finire rottamato è lui e il suo circolo magico.
A pensarci, e un giorno qualcuno dovrà scriverla e descriverla questa vicenda, si è rischiato di rinchiudere la politica nelle stanze di un partito che pretendeva obbedienza, al servizio di non si capisce bene quale interesse (chiedere a Laguardia) ma che si autoproclama dei cittadini ...  Cittadini? Pardon? Ma quali cittadini? Se togli parenti e affini il tutto, detto tra noi,  in concreto - tra pistole fumanti, foto di amanti e conti correnti - rimangono 4 gatti alle prese con un banale delirio di onnipotenza.
Oggi, ora, malgrado il tasso di contrapposizione, emotività e drammaticità della vita politica fidentina sia a livelli ancora troppo elevati, oggi per continuare a dare - governando la città - un senso alla politica, è assolutamente necessario andare oltre il proprio orizzonte, superando pragmaticamente gli steccati ideologici,  anche facendosi carico di una prassi che sappia soprattutto ascoltare e, più che parlare, attivare,   per dirla con Hegel,  la natura del vero che è quella di farsi largo quando è arrivato il suo tempo. 
Quel tempo -prenderne nota - è arrivato.  
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