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Cassano e i calciatori soldatini

Creato il 22 novembre 2012 da Lodovi
CASSANO E I CALCIATORI SOLDATININon avere la capacità morale e comportamentale di semplice permanenza in un gruppo di lavoro non può essere un vanto. Sembra tale l'atteggiamento di Antonio Cassano rispetto al suo presunto rifiuto alla Juventus per la propria scarsa abnegazione militaresca. Il talento barese continua a stupire, molto per le dichiarazioni, a tratti per le giocate sul terreno di gioco, molto poco per la sua continua non crescita in un mondo di adulti che lo ha consacrato al cospetto del mondo. Diversa poteva essere la sua carriera, con un atteggiamento meno arrogante e maggiormente positivo. Proprio questo è il punto: un uomo non può elevarsi per la propria incapacità di aiutare un gruppo, qualunque esso sia.    Il concetto di anarchico è andato spesso di pari passo con quello di sregolatezza, soprattutto nel calcio, ma hanno poca sovrapposizione se rimangono fini a se stessi. In genere chi non si mette al servizio degli altri, a prescindere dal proprio carattere e dal proprio senso ribelle, non solo difficilmente è amato dalla gente, ma non viene quasi mai considerato come uno dei massimi esponenti sportivi. Il calcio è un gioco di squadra, un esempio di servizio, solidarietà, aiuto verso chi corre, lotta e suda al tuo fianco, ognuno con le proprie attitudini, qualunque esse siano. Il pensiero che il rinnegare questi concetti abbia a che fare con una positività calcistica è sinonimo di chi non ha capito a quale gioco sta giocando. Il gesto tecnico non si discute ma è necessario sia inserito in un mosaico perchè abbia la rilevanza che merita; in caso contrario resta qualcosa di ibrido e amorfo, in grado forse di entusiasmare l'attimo in chi lo va a vedere, senza suscitare un sentimento che possa derivare dalla passione.   Antonio Cassano rappresenta questo, troppo spesso è stato silurato l'uomo ancor prima rispetto al calciatore ed alla sua mancanza di sacrificio calcistico. Non sono le cosiddette cassanate che hanno limitato la carriera del barese, bensì la propria inadattabilità agli sport di squadra, non credo tanto per una fragilità umana quanto per la convinzione che quello sia un personaggio vincente, da perseguire. Distanti anni luce sono i grandi numeri dieci italiani, autentici valori aggiunti all'interno di un team di soldatini, dove sono loro stessi i primi ad assumere connotati combattivi e vincenti. Senza anima battagliera risulta molto complicato raggiungere risultati continui nel tempo, non c'è da stupirsi del fatto che Cassano non abbia mai disputato un mondiale nella propria carriera, o che abbia vinto il primo titolo dopo diversi anni di permanenza nel mondo del calcio.   Carlo Archinà

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