Antonio Cassano, 29 anni, fantasista. Al Milan dal Gennaio 2011
Antonio Cassano è il re assoluto degli eccessi, ne ha combinate di tutti i colori nella sua vita, ma anche quando sembra essere maturato e diventato finalemnte un calciatore di valore assoluto riesce comunque a sorprende e tener tutti col fiato sospeso.
Infatti domenica scorsa, al rientro dalla vittoriosa trasferta di Roma, il talento barese ha avvertito un malessere appena sceso dall’aereo e tutto ciò che ne è seguito ha portato all’intervento sostenuto venerdì scorso alle 8.35 del mattino, durato circa 40 minuti, che ha portato a riparare una piccola fenditura nel tessuto cardiaco che separa i due atri del cuore.
Per capire meglio cosa sia accaduto ad Antonio Cassano e cosa comporta il suo intervento ci siamo avvalsi delle spiegazioni di uno specialista, di cui riportiamo a seguire in sintesi le delucidazioni del caso.
Il talento di Bari vecchia, tassello indispensabile e risolutivo per il Milan di inzio stagione, appena sceso dall’aereo ha accusato un malore, cui poi è seguito il manifestarsi di sintomi quali afasia (difficoltà nell’articolare le parole),vertigini, cefalea e disorientamento e lo staff medico della squadra lo ha condotto immediatamente al Policlinico di Milano, dai medici sintetizzata in un attacco ischemico transitorio (tia).
La sintomatologia è neurologica ma è chiaramente su base cardiaca ,cioè legata all’esistenza di un forame ovale pervio (appundo la fenditura cui accennavamo prima) frutto di una malformazione cardiaca congenita.
Ecco l'immagine che descrive perfettamente cosa sia accaduto nel cuore di Cassano
Si tratta di una malformazione impossibile da individuare in via preventiva anche da parte di chi ne è vittima, proprio perchè si presenta come asintomatica ex ante e quindi la si può individuare solo ricorrendo ad un’ ecocardiografia transesofagea, che al verificarsi del malore che ha colpito il ventinovenne è risultata dirimente dal punto di vista diagnostico, in questo senso qui si vede la bravura dei medici che immediatamente hanno rilevato il possibile sussitere di questa patologia dopo aver comunque esguito la batteria di esami di routine.
Per ciò che riguarda l’intervento in breve questo è il procedimento:
L’operatore spinge un catetere con una sonda , comunemente detta “ombrellino” (poichè munita di due dischi che aperti assumono una forma ad ombrellino), tramite la vena femorale ed una volta giunto nell’atrio destro del cuore, spinge la sonda fuori dall’introduttore in modo tale che i suoi due dischi si aprano su ciascun lato del forame ovale pervio (PFO), cioè uno in atrio sinistro e l’altro in atrio destro.
Quando l’operatore, sulla base dei dati angiografici, delle manovre eseguite per il controllo della stabilità del sistema, dell’esecuzione di un’angiografia e/o di uno studio ecocontrastografico, e delle immagini ecocardiografiche (‘ETE), è soddisfatto della posizione del sistema di chiusura, esegue il suo rilascio definitivo svitando l’ombrellino dal catetere su cui era stato montato e che era stato usato per spingerlo in atrio sinistro. Il sistema ” AMPLATZER PFO Occluder” viene così definitivamente impiantato nel cuore.
Ciò è reso possibile dall’enorme progresso compiuto negli ultimi anni dalla chirurgia miniinvasiva.
Ecco come appare il cuore una volta eseguito l'intervento
POST OPERATORIO
Una volta eseguita l’operazione e trascorso un periodo di osservazione al termine de quale Cassano verrà sottoposto verosimilmente ad un ecocardiogramma transotoracico per verificare l’effettivo posizionamento della chiusura il giocatore potrà essere dimesso ed inizierà la terapia medica standard direttamente a domicilio.
La terapia è definita “doppia antiaggregazione” (gli antiaggreganti sono farmaci necessari a render più fluido il sangue) ed uno è la comunissima aspirina.
La terapia andrebbe seguita almeno 6 mesi secondo quanto detto dalla letteratura medica e ciò si presume varrà anche per Cassano che,al termine dell’iter dovrà comuunque riottenere l’idoneità agonistica da parte della Federcalcio dovendosi perciò sottoporre alla normale prassi prevista in questi casi.
Al dilà delle spiegazioni mediche non possiamo che fare un enorme “in bocca al lupo” a Fantantonio, perchè anche quando il pallone non c’è più ed i riflettori dello stadio si spengono, resta la vita e questo è il bene più prezioso di tutti.