La Cassazione, V sez. penale, con sentenza nr. 6197 dello scorso 18 febbraio 2011 ha chiaramente affermato che, nel caso di reato contro le parti comuni di un edificio, (nella specie condominio), il diritto di querela spetta al condominio e non al singolo condomino.
Così gli Ermellini hanno annullato una sentenza di condanna a due mesi di reclusione, per violazione di domicilio ( l’imputato si sarebbe introdotto clandestinamente nel sottoscala di un condominio, dove sarebbe stato “beccato” da uno dei condomini), perchè la querela non è valida, in quanto, presentata da un solo condomino.
La Suprema Corte, richiamando alcuni principi affermati in precedenti sentenza, sostiene che: “il condominio degli edifici è uno strumento di gestione collegiale degli interessi comuni del condomini”; che l’espressione della volontà di presentare querela per un fatto lesivo di uno di questi interessi comuni non può che passare attraverso tate strumento di gestione collegiale; e che pertanto per la presentazione di una valida querela da parte di un condominio in relazione ad un reato commesso in danno del patrimonio comune dello stesso presuppone uno specifico incarico conferito all’amministratore dall’assemblea condominiale (Sez. 2, n.6 del 29.11.2000).
La Corte esclude altresì che “il singolo condomino possa esercitare una facoltà di questo genere con riferimento alla propria quota millesimale delle parti comuni dell’edificio. In presenza di un giudizio che, lo si ritenga vertente sull’effettività dell’offesa o sull’opportunità dell’esercizio dell’azione penale, non è suscettibile di applicazione frazionata rispetto all’oggetto del reato: laddove vittima del reato sia un soggetto collettivo quale è il condominio di un edificio, la valutazione di tale opportunità, coinvolge necessariamente la totalità dei componenti nella sua espressione istituzionale, rappresentata dall’assemblea.
Questa conclusione trova peraltro ulteriori ragioni di sostegno nella crescente rilevanza che la legislazione tende ad attribuire al condominio quale centro di Imputazione di situazioni giuridiche anche di rilevanza pubblicistica.
Pertanto, conclude la Corte, “Il condomino non è legittimato a presentare querela per un reato quale quello contestato, commesso in danno di parti comuni dell’edificio”.