Integra il reato p. e p. dall’art. 291 c.p. il comportamento dell’uomo che, dinanzi ai carabinieri, avrebbe pronunciato la frase “Italia paese di merda”. Al reo non è stata riconosciuta la sussistenza dell’esimente dell’esercizio del diritto di manifestazione del pensiero, previsto dall’art. 51 c.p., che, in ogni caso, “non può trascendere in offese grossolane e brutali prive di alcuna correlazione critica obiettiva”. Il comportamento dell’imputato è stato pertanto ritenuto rispondente alla fattispecie del reato di vilipendio alla nazione, in quanto manifestazione generica di “grossolana brutalità”, rivolta alla nazione complessivamente intesa, pronunciata in un luogo pubblico e tale da “ledere oggettivamente il prestigio o l’onore della collettività nazionale