… sì, ma mica tanto!
Mi riferisco a Cassie Cavanagh, la protagonista di Tutta colpa del tacco 12.
Il mio primo caso di “copertina colorata”: quelle copertine che ti incuriosiscono e ti attirano, e poi magari mentre leggi l’incipit ti distraggono ancora.
Sì, mi aveva attirato la copertina, mi aveva incuriosito il titolo così come quella citazione delle scarpe da taxy nell’incipit.
E allora l’ho comprato, ma vi avviso: non fatelo!
Se questo post avesse un sottotitolo, sarebbe “come sprecare del tempo nella vita”.
Perché certo, nemmeno Topolino ti arricchisce particolarmente, ma tutto sommato ti diverte e ti rilassa più di questo libro
Più brutto di un libro di Fabio Volo. Troppo piatto.. e poi, le scarpe?? E la frizzantezza che mi aspettavo? Bridget Jones è infinitamente superiore, niente a che vedere.
Ho sempre pensato che un libro non è proprio da buttare se ti accende almeno un’emozione, se ti fa fare almeno una riflessione.
Be’, va bene, Cassie una cosa con qualche senso la dice.
Quando parla delle relazioni a distanza.
Cassie sostiene che una relazione a distanza può reggere solo se la coppia si è già consolidata con una relazione non-a-distanza.
Non avendo avuto relazioni a distanza, non posso commentare più di tanto. Tuttavia, la mia idea somiglia molto a quella; perché quando hai già frequentato con una certa continuità una persona, penso tu la senta di più anche se è lontana.
Ho appreso di tanto in tanto di relazioni a distanza “pure” e funzionanti, quello che non ho mai conosciuto è il seguito. Mi chiedo cioè se la relazione a distanza possa far conoscere veramente due persone, e facendomi questa domanda, vi confesso che mi sto già rispondendo: no.
Dimenticavo: cosa sono le scarpe da taxy?
Forse voi lo sapete già, comunque sono quelle scarpe tipicamente tacco 12, così scomode e/o delicate tanto da essere utili solo per percorrere il tratto casa-taxy e taxy-locale, far fare loro la passerella per cui sono state comprate, e poi essere riposte in attesa del prossimo evento mondano.