Casta e bene comune, quando esploderà il popolo?

Creato il 23 aprile 2012 da Freeskipper
di Don Antonio Mazzi. Noi, gente normale, dovremmo prendere coscienza, una volta per tutte, che la CASTA non è un’invenzione di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Un gruppo di prepotenti, mafiosi di tipo diverso ma non meno preoccupante, si stanno mangiando, pezzo dopo pezzo, la nostra Italia, le nostre fatiche e la nostra dignità. Non è più possibile tacere. Anche la manovrina, predicata al mondo, con la quale ridurremmo privilegi, pensioni, stipendi (non si sa quando e di quale percentuale) è una vergognosa presa in giro, nei nostri riguardi. Cioè nei riguardi della gente normale. Come è possibile che nessuno, destra, sinistra, potenti o meno, risolva il problema degli stipendi dei normali lavoratori. Con 1.100, 1.200 euro come può vivere una famiglia? Sta qui il dramma della nostra Italia. Chi non fa niente oppure fa danni è strapagato, invece chi “mantiene” l’Italia e gli italiani è pagato, quando viene pagato, con le cifre di cui sopra. Io, spero che i poveri si ribellino, che il popolo torni in piazza. C’è violenza e violenza. In questa Italia, chi rompe una lampada o una vetrina in una manifestazione va in galera, e chi ruba a man bassa, non facendo il suo dovere bigiando in parlamento, prendendo tangenti e rimborsi ad ogni piè sospinto, fa l’offeso, il martire e gode di gran titoli sui giornali. Se abbiamo un po’ di coscienza e un po’ di amor patrio, dobbiamo smontare questi meccanismi. Gli stipendi e i “bonifici vari” di cui godono questi ricchi epuloni, nemmeno ai tempi dei signorotti medievali, sarebbero stati giustificati. Sopportare che la sinistra in astinenza di poltrone, non accetti la cancellazione delle Provincie, che si inventino sedi di ministeri a Monza nel nome di un federalismo a fisarmonica, che migliaia di vetture blu vengano ridotte a poche decine e che gli onorevoli facciano l’elemosina, non si sa rispetto a chi, di qualche centinaio di euro. Per l’esattezza cito il Corriere della Sera: “Sforbiciatina in Senato: spese tagliate dell’0,34%”. E noi mollati da tutti, sindacati compresi, viviamo con 1.100 euro al mese, vediamo la benzina aumentare ogni giorno, i treni lo stesso, il metrò raddoppiare, i generi di “prima necessità” sparire e ricomparire con cifre mai uguali, i ticket sanitari lievitare… e chi più ne ha più ne metta. Quando esploderà il popolo? E, se esploderà, come daremo voce ai suoi diritti e dignità ai suoi dolori? Il Cardinale Angelo Scola, ancora prima di arrivare a Milano e accomiatandosi da Venezia, richiama tutti ad “educare e agire secondo le virtù che riguardano direttamente la vita comune. La grave crisi economico-finanziaria non potrà certo trovare soluzioni nei necessari aggiustamenti tecnici delle regole di mercato. Perché il mercato non è un fatto di natura ma di cultura e dunque ha un fattore umano e nella sua qualità morale, una componente indispensabile”. La società non è giusta se non tiene conto del bene comune. E il bene comune esige coscienza civica e politica virtuosa!

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