Castelli della Loira

Da Simonetta
Le agognata ferie sono finalmente iniziate il 2 luglio e la partenza per il nostro viaggio è stata fissata per il giorno successivo. Dopo un anno lavorativo e familiare piuttosto pesante questo viaggio doveva avere il significato anche di un periodo che si chiude ed altro che inizia. Chi mi segue saprà che la programmazione di un viaggio è per me la cosa principale perché,”….. chi ben comincia è a metà dell’opera….”, e infatti la preparazione è iniziata già a fine febbraio. L’idea del viaggio nasce in me piano piano, a volte sollecitata da un’immagine, altre da una frase sentita, un articolo letto. Quest’anno non mi ricordo come tutto è iniziato, forse sull’onda dei ricordi, fatto sta che mi sono ritrovata a dipanare un percorso che ci ha portato dai castelli della Loira alle coste della Bretagna del Sud sino a Belle Ile.  Per lungo tempo i castelli della Loira non mi hanno attirato: li avevo sempre considerati come una meta per turismo di massa, viaggi organizzati, insomma una visione della Francia un po’ stereotipata poi, improvvisamente, ho cambiato idea e documentandomi ho capito che sono una parte di storia francese veramente importante.  Per quanto riguarda invece la Bretagna, questa regione è stata per me sempre il grande amore, sino dal primo viaggio fatto nel 1999 con i figli ancora relativamente piccoli: per descrivere l’emozione che suscita questa  terra non esistono parole, solo le immagini ed il rumore del vento e del mare sono in grado di trasmetterle. Il viaggio dall’Italia verso la Loira è piuttosto lungo e merita pertanto una sosta intermedia che per noi è stata Vichy, stazione termale conosciuta in tutto il mondo. 
Punto piuttosto strategico invece,per visitare i castelli più importanti, è senz’altro Blois: certo nei tre giorni che avevamo a disposizione non abbiamo potuto pensare di visitarli       tutti, anche perché sono veramente tanti e si snodano per oltre 300 km e sono  situati in prossimità di città d'arte e di grande importanza storica( ma il bello dei viaggi è che tralasciando alcune cose abbiamo  l’opportunità di tornare).
Blois Ma ritorniamo a Blois: la città si snoda intorno al castello e degrada verso la Loira, che vi scorre placida, formando un ventaglio, con i tetti di ardesia, i comignoli di mattoni rossi e le facciate chiare,

La città ha dato i natali a Robert Houdin, padre della magia moderna, ma non tutti sanno che fu anche un inventore di talento: egli stupiva con congegni sensoriali che aprivano le porte al suo passaggio, automi che rastrellavano il giardino, leve che permettevano di distribuire il foraggio a distanza ecc. Altro illustre cittadino di Blois fu Denis Papin, fisico del sec. XVII che, con la sua “famosa pentola” per primo capì le potenzialità dell’uso del vapore per i mezzi di trasporto. Nel profilo della città non si può non notare la chiesa di Saint Nicolas con i suoi campanili a gugliaricoperti di ardesia: la chiesa del XII-XIII secolo offre una bella testimonianza del gotico primitivo. 
Specularmente alla chiesa di Saint Nicolas si trova la Cattedrale di Saint Louis con l’alta torre rinascimentale che svetta tra la facciata ed il corpo longitudinale.
Il castello, che ha ospitato le cortidi Luigi XII, Francesco I e Enrico III è un trionfo di stili diversi che vanno dal tardo gotico all’eleganza di quello rinascimentale sino al rigore del classicismo seicentesco.

Il castello accoglie il visitatore con lo splendido portale d’accesso in stile gotico fiammeggiante, dove troneggia la statuaequestre di Luigi XII e lo stemma con l’istrice.


Nel cortile interno si può ammirare la magnificenza e la ricchezza stilistica: sicuramente quella che stupisce maggiormente è quella rinascimentaledi Francesco I con lo stupendo scalone inglobato nella torre ottagonale.

 Da non mancare è la "Salle des étas generaux" con le travature lignee, mentre al primo piano si può ammirare lo studio di Caterina de’ Medici.

Castello di Chambord A  18 Km a nord-est di Blois si trova il castello di Chambord,  senza dubbio il più visitato, con la caratteristica silhouette che si staglia bianca e animata da un fitto intrico di torrette, camini e pinnacoli. 



L’edificio, perfettamente simmetrico, ha una pianta centrale ispirata alle ricerche del rinascimento italiano. Nel cuore del castello, esattamente al centro della croce formata  dalle quattro sale delle guardie, ci si trova davanti ad un vero capolavoro, secondo molti concepito dal genio di Leonardo: il famoso scalone formato da due rampe, una destinata alla salita, l’altra alla discesa, la cui esigenza funzionale  è risolta con un mirabile  effetto decorativo. Esso è composto da due scale a chiocciola rotanti nello stesso senso che non si incrociano mai. 

Percorrendolo fino all'ultimo piano si ha accesso alla terrazza, anch'essa ispirata da un'idea di Leonardo, che offre una stupenda visione del fiume, del bosco circostante il castello e dei numerosi camini e capitelli che ornano la costruzione. La terrazza gira attorno a tutta la struttura del mastio e permette di volgere lo sguardo a 360° sul panorama circostante. La sommità dello scalone è sormontato da una torre lanterna.

Delle oltre 440 stanze che racchiude il castello sono senz’altro quelle che compongono l’appartamento di Francesco I le più interessanti.Il castello di Chambord è circondata da un parco che si estende per  5500 ettari, delimitato da un muro di cinta di 32 Km: all’interno di questo parco è possibile effettuare belle passeggiate a piedi oppure  in bicicletta e non è raro incontrare cervi e cinghiali o semplicemente cavalli al pascolo.

Castello di Cheverny
A circa 17 Km a sud-est di Blois, ci si imbatte nel castello di Cheverny dalle linee sobrie ed eleganti, in un parco disegnato con grazia ed armonia. La dimora e la tenuta appartengono alla famiglia Hurault de Vibraye che ancora oggi le abitano tanto che gli ambienti hanno la freschezza e le caratteristiche di una “vera abitazione” : gli interni sono caratterizzati da una sorprendente unità stilistica. 
La sala da pranzo introduce alla magnificenza degli ambienti, 


la camera dei bambini,

ma soprattutto le cucine. 

Chi conosce le “Avventure di Tintin e Milù” potrà scorgere nel castello di Cheverny il “…..porto sicuro di Moulinsart, la tenuta del suo amico Capitano Haddock….” tanto che è possibile visitare la mostra  permanente “ I segreti di Moulinsart”.

Particolarmente piacevole è la visita del parco ed ammirare i colori del giardino, 

indugiare tra le piante fiorite ed i frutti dell'orto,



oppure  ammirare la splendida muta di oltre cento cani da caccia.

Amboise


Amboise, come Blois, si snoda tutta intorno al suo castello, ma ciò che suscita maggiore emozione è la visita di Clos-Lucé, la dimora dove Leonardo ha vissuto dal 1516 al 1519, anno della sua morte.

Al primo piano del grazioso maniero di tufo e mattoni rosso, si può visitare lo studio dove il maestro esercitava il suo genio e la stanza dove, secondo la legenda, morì tra le braccia di Francesco I.

Castello di Chenonceau Il castello di Chenonceau, insieme a Chambord, è senz’altro uno dei più sorprendenti per la sua bellezza.

La storia di Chenonceau  è tutta al femminile: il castello viene infatti edificata ai primi del XVI secolo dal tesoriere della corona ma è la moglie a seguirne i lavori con grande senso estetico. Alla metà del XVI secolo il castello entra in possesso di Enrico II e di sua moglie, Caterina de' Medici, ma il sovrano lo vuole donare all'amante Diana de Poitiers che lo abbellisce di magnifici giardini. 


Caterina tollera a lungo la rivale, ma alla morte del marito consuma la sua vendetta, costringendola a cederle Chenonceau in cambio di Chaumont.Quello che maggiormente stupisce di questo castello è la galleria, lunga 60 m,che Caterina de' Medici fece costruire sul ponte ad arcate, che attraversa lo Cher, già progettato da Philippe de l'Orme per Diana de Poitiers 

 e lo arricchisce di uno splendido giardino alla francese.

Quando il castello passa alla nuora di Caterina, Luisa di Lorena, questi si tinge di tristezza, infatti, dopo l'assassinio del marito, Enrico III,si ritira in un lutto perenne e passa i suoi giorni solitari tra preghiere, letture e ricamo.
Di notevole effetto le cucine, ancora in ottimo stato di conservazione, dove fa mostra di se una meravigliosa collezione di utensili di rame oltre che una parte dedicata alla macellazione delle carni.


Ed infine non può mancare uno splendido orto dove, come già a Cheverny, le verdure si alternano a fiori e piante.


Ma un viaggio nella valle della Loira non può certo finire senza avere cercato il piccolo villaggio di Lamotte Beuvron alla cui periferia ancora oggi esiste l'Hotel Restaurant Tatin dove, a causa di un errore, fu inventata la celebre Tarte Tatin.


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