Fortunato D’Amico - Fausto Bertasa, Sophie Chkheidze, Francesco Correggia, Pietro Finelli, Barbara Nahmad, Marco Pellizzola, Pierluigi Pusole. Ai Venicedocks di Venezia (MAPPA) la mostra Castello40, “a case study” che inaugura a venerdì 29 marzo 2013 presenta un caso particolare della pittura contemporanea. La mostra curata da Fortunato D’Amico segue da un punto di vista cronologico quella di Caravaggio a Bergamo nell’ex convento di San Francesco dal titolo “Il quadro e Lo schermo” e quella a Milano nell’ex Chiesa di San Carpoforo. La serie d’iniziative presentate aveva per tema la questione del quadro e l’agnosia dello screen, ma era ed è anche l’espressione di una situazione che riparte da ciò che la modernità ha lasciato ancora sul campo, alla fine del post–‐moderno e cioè la questione dell’opera e della verità. In questa situazione il quadro e la pittura sono indissolubilmente legati al “parergon”, alla cornice soglia che diventa il limine del quadro verso e oltre la parete e lo spazio che la accoglie.
Dipingere è obbedire all’appello dell’opera. E’ anzitutto ritrovare in sé, sia pure a forza di esercizio e senza ingenuità, la grazia di un gesto la sicurezza di uno stile spontaneo, e in seguito riconoscere, in questo stesso gesto in cui la mano si sa complice della tela l’esigenza dell’opera in gestazione, per provare infine il sentimento di una consistenza e una necessità irrecusabili - Mikel Dufrenne.
Il quadro sembrerebbe essere negazione della parete ma proprio perché la cornice lo incastra e al contempo anche lo disincastra che, l’ambivalenza quadro/parete riprende quella componente oppositiva dello stare nello spazio e del farsi spazio. Ciò per gli artisti - Fausto Bertasa, Sophie Chkheidze, Francesco Correggia, Pietro Finelli, Barbara Nahmad, Marco Pellizzola, Pierluigi Pusole - rappresenta un case-study, caso di studio, punto di partenza per una discussione o per uno studio più approfondito, di elevato valore cognitivo, l’apertura di un nuovo paradigma visivo che ridà significato al lavoro dell’arte. In questo senso l’interrogazione sul perché debba esistere un reale o se invece tutto è interpretazione, parte dalla pittura e dai suoi livelli misti di rappresentazione: l’immagine e le cose, l’ambivalenza dei segni, i campi linguistici –‐ storiografici, la profondità e la superficie in opposizione alla piattezza. E’ quindi per sottrazione e appropriazione, sdefinizione e ridefinizione dell’opera rispetto al luogo che la nuova avventura poetica della pittura riemerge.
La Pittura cui si fa riferimento si trova per paradosso vicino, nel suo agire rimembrante, a quel complesso spazio della cultura visiva a più livelli. E vi si trova per percorsi che, da una parte, hanno come sfondo l’interpretazione e la possibilità rigenerante del senso e dall’altra la dimensione del reale in tutti i suoi aspetti culturali, antropologici, visivi, tra immagine e negazione dell’immagine. Si tratta di dualità significative se concepite all’interno di una dimensione estetica ed etica.
Venicedocks – Venezia
29 marzo 2013 – 28 aprile 2013
Castello40, “a case study”
Inaugurazione: 29 marzo 2013 ore 12:00
artisti: Fausto Bertasa, Sophie Chkheidze, Francesco Correggia, Pietro Finelli, Barbara Nahmad, Marco Pellizzola, Pierluigi Pusole.
La mostra è a cura di: Fortunato D’Amico
Comunicazione: Tatiana Martyanova Associazione culturale arte contemporanea Visual Culture Study, erreanderre
Sopramaresotto
Arsenale Docks San Pietro di Castello, Venezia
Giovedì – Domenica 10:00 – 18:00
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Sopramaresotto per le news relative alla mostra Castello40, “a case study”: mostra a cura di Fortunato D’Amico allo spazio Venicedocks di Venezia .
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