Zois però rispetto al collega magiaro va oltre l’osservazione degli eventi e con uno slancio utopico [2] mostra gli effetti del “dopo”, effetti che si tramutano in un domino umano trasversale: difatti i quadri progressivi offerti con l’avanzamento iniziale rappresentano i molteplici spicchi della collettività, una suddivisione categoriale che sebbene poggiata su substrati differenti ha come comun denominatore l’immagine della “coda” (per pagare la spesa, per baciare una reliquia religiosa, per entrare in una discoteca, ecc.), simbolo di un’agiatezza economica (ma anche morale e culturale) che stona con l’ultima fila laddove si annida il principio di un’insurrezione che ha la capacità di riavvolgere la pellicola con un rapidissimo carrello a ritroso e di ottenere dopo un lungo tragitto all’indietro ciò per cui ha lottato, anche se lo sguardo dell’uomo rivolto verso di noi alla fine sta lì a chiedere se ciò che lo ha appena urtato sia o meno un’illusione._____[1] In questo senso il corto di Tarr essendo datato 2004 non può certamente riferirsi alla crisi finanziaria attuale anche perché le consegne per i venticinque registi coinvolti erano quelle di occuparsi di un tema difficile come quello dell’immigrazione, tuttavia lo sguardo dell’ungherese, ad una revisione odierna, risulta quasi profetico e quindi per chi scrive l’assonanza con Zois diventa evidente.[2] Interpretazione personale: nella messa in scena della rivolta sottoproletaria la rabbia degli ultimi che si ripercuote su chi sta prima di lui nella fila-società lo trovo, appunto, un contraccolpo utopico, prova ne è che quel carrello pieno di cibarie compie un’impossibile rincorsa in backwards che si conclude in maniera ancora più impossibile. Forse, invece che parlare di utopia, lemma ormai inteso sempre di più in un’ottica chimerica, sarebbe meglio fare riferimento alla speranza, soprattutto tenendo conto che la patria di Zois è proprio quella Grecia da tempo sull’orlo dell’implosione.
Zois però rispetto al collega magiaro va oltre l’osservazione degli eventi e con uno slancio utopico [2] mostra gli effetti del “dopo”, effetti che si tramutano in un domino umano trasversale: difatti i quadri progressivi offerti con l’avanzamento iniziale rappresentano i molteplici spicchi della collettività, una suddivisione categoriale che sebbene poggiata su substrati differenti ha come comun denominatore l’immagine della “coda” (per pagare la spesa, per baciare una reliquia religiosa, per entrare in una discoteca, ecc.), simbolo di un’agiatezza economica (ma anche morale e culturale) che stona con l’ultima fila laddove si annida il principio di un’insurrezione che ha la capacità di riavvolgere la pellicola con un rapidissimo carrello a ritroso e di ottenere dopo un lungo tragitto all’indietro ciò per cui ha lottato, anche se lo sguardo dell’uomo rivolto verso di noi alla fine sta lì a chiedere se ciò che lo ha appena urtato sia o meno un’illusione._____[1] In questo senso il corto di Tarr essendo datato 2004 non può certamente riferirsi alla crisi finanziaria attuale anche perché le consegne per i venticinque registi coinvolti erano quelle di occuparsi di un tema difficile come quello dell’immigrazione, tuttavia lo sguardo dell’ungherese, ad una revisione odierna, risulta quasi profetico e quindi per chi scrive l’assonanza con Zois diventa evidente.[2] Interpretazione personale: nella messa in scena della rivolta sottoproletaria la rabbia degli ultimi che si ripercuote su chi sta prima di lui nella fila-società lo trovo, appunto, un contraccolpo utopico, prova ne è che quel carrello pieno di cibarie compie un’impossibile rincorsa in backwards che si conclude in maniera ancora più impossibile. Forse, invece che parlare di utopia, lemma ormai inteso sempre di più in un’ottica chimerica, sarebbe meglio fare riferimento alla speranza, soprattutto tenendo conto che la patria di Zois è proprio quella Grecia da tempo sull’orlo dell’implosione.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
[Rubrica: Italian Writers Wanted #12]
“Buongiorno miei cari #FeniLettori, dodicesimo appuntamento con la rubrica "Italian Writers Wanted". Ogni giorno, riceviamo tantissime e-mail , molte di autori... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Lafenicebook
CULTURA, LIBRI -
La sarabanda dei falsari archeologici
di Massimo Pittau. Ho letto con attenzione e con vivissimo interesse l’intervista che è stata fatta al prof. Franco Laner, della Facoltà di Architettura... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Rosebudgiornalismo
ATTUALITÀ, CULTURA, SOCIETÀ -
Un’opera d’arte al mese #8 – L’unione della terra con l’acqua
Ciao a tutti! Eccoci qui con un nuovo appuntamento della rubrica Un’opera d’arte al mese (visto che se mi impegno riesco a non far scadere il mese? XD). Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Ilariagoffredo
CULTURA -
5 film che ispirano 5 viaggi indimenticabili
Il cinema ha l’impareggiabile potere di condurci in città e mondi lontani, pur lasciandoci seduti sul divano di casa o sulla poltroncina di una sala... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Onesto_e_spietato
CINEMA, CULTURA -
Words in Freedom: la cultura torna a fare notizia.
Da oggi, lunedì 29 giugno, è online il magazine di cultura e società Words in Freedom, una nuova realtà editoriale affacciata sul web e sul mondo. Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Onesto_e_spietato
CINEMA, CULTURA -
La lista della vergogna
Il nuovo sindaco di Venezia, appoggiato da tutto il centro destra, come suo primo atto politico ha ordinato il ritiro delle fiabe “arcobaleno” dalle scuole... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Cronachedallalibreria
CULTURA, LIBRI -
Pavimenti laminati: tutto quello che c’è da sapere
La sostituzione di un vecchio pavimento a piastrelle con una superficie in legno rappresenta un'esigenza estetica comune, spesso dettata dalla necessità... Leggere il seguito
Il 27 novembre 2025 da Nicolasit
LIFESTYLE