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Cat Soup

Creato il 27 agosto 2012 da Eraserhead
Cat SoupPortentoso esercizio stilistico, mix esondante di suggestioni nipponiche, magnetica esposizione del bene primario per eccellenza: l’estro; Cat Soup (2001) è tutto questo e, nell’impossibilità di rendergli giustizia in poche righe, infinitamente molto altro: un’onda, un mare, un mondo travolgente di Idee. L’animatore Tatsuo Sato non si risparmia, non c’è sequenza, inquadratura o dettaglio che si mostri in maniera ovvia, ogni aspetto del film sorprende lo spettatore, lo invita senza troppi preamboli a seguire il cuore vagabondo della storia (i titoli di testa con le orme sullo schermo), e, con il passare dei minuti – in tutto una trentina – a fargli vivere un’esperienza di cinema colma di saliscendi, di sgangheratezze, di visionarietà: praticamente, le montagne russe della Meraviglia.
Acceso da una miccia che si spegnerà ben presto (la sorellina con metà anima non ha alcun peso nella vicenda), Nekojiru-so rinnega il racconto con tutta la straripante forza che ha preferendogli un andamento fatto di pennellate incoerenti. Il cammino dei due gattini si plasma in un tourbillon irrefrenabile di situazioni totalmente sconnesse le une dalle altre, la libertà creativa del regista stordisce: i confini vengono eliminati, gli scenari si susseguono seguendo solo e soltanto la strada dell’inventiva e così per passare da un oceano sconfinato ad un deserto bollente basta la mano di “qualcuno” ad inclinare un poco quella biglia verdognola che è la Terra. Sato si prende la briga di aprire parentesi estranee che non hanno senso se non quello di aumentare il carico dell’impatto visivo (il mago nel circo; la lisca di pesce; l’elefante d’acqua; la GENIALE sequenza degli uccelli che defecando danno vita ad un albero particolare…), inoltre, nella parte conclusiva, sotterra definitivamente le coordinate percettive: nel turbine atemporale i fatti accadono e riaccadono seguendo il balbettante ticchettio dell’orologio Universale. Quando però giungono i titoli di coda, la modestia del nostro tempo si dimostra manchevole, inadeguata: un film così non dovrebbe finire mai.

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