Secondo la polizia di Stato, che ha svolto le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania, le rapine sarebbero servite a finanziare il gruppo quando nel 2007 molti sono stati scarcerati e volevano riorganizzarsi.
Quattro persone sono state arrestate, compresa una donna alla quale sono stati concessi i domiciliari, e il provvedimento è stato notificato in carcere ad altri 13 indagati già detenuti per altra causa.
Tra quest’ultimi anche i due boss Sebastiano Lo Giudice e Salvatore Bonaccorsi, quest’ultimo accusato anche di tentato omicidio (avrebbe ferito con colpi di pistola un commerciante cinese di via Plebiscito che si opponeva all’assalto)
I reati ipotizzati sono di rapina e detenzione di armi, aggravate dalle finalità mafiose.
Agli indagati, a vario titolo, sono contestate almeno 5 rapine: due a gioiellerie di Catania, a una banca di Avola (Siracusa), e al titolare di un autocarro nel Siracusano, ad un commerciante cinese.
Secondo un collaboratore di giustizia un gioielliere si sarebbe offerto di pagare un riscatto per riavere l’oro e i preziosi saccheggiati nel suo negozio.