Nel frattempo la mia mente iniziava a pensare a tutte le guardie corrotte, i controlli poco "controllati" e accennandolo, mi si rispondeva - più o meno- che "non ci sono più i tempi di una volta e nessuno è ancora in grado di leggere il labiale ai colloqui".
Certo, figuriamoci. Perchè non lasciare addirittura soli i detenuti quando qualcuno va a trovarli, del resto, nessuno legge le labbra e gli altri sistemi di sicurezza non esistono (pare). Ho pensato. Poi mi sono alzata e sono andata via perchè raccontare la realtà è diverso dal "raccontarsela".
Per trasparenza, correttezza e nel rispetto del nome che portano, durante questi incontri, bisognerebbe annunciare insieme ai dati di arresti, sequestri ecc ecc.che il meeting serve soltanto a dirsi da soli quanto si è stati bravi ( a fare nient'altro che il proprio dovere) . E se la cosa sfugge, quando qualcuno fa notare -giustamente credo- quello che c'è ancora da fare o le emergenze da arginare, bisognerebbe prendere la palla al balzo ed affermare insieme agli onori anche gli oneri da portare a termine.
Detto questo, senza per forza andare in Spagna ma spostandoci di qualche anno (ma anche no) e di qualche kilometro dalla città a cui facevo riferimento, ecco che oggi l'Ansa informa che:
«I Carabinieri del Ros hanno notificato in carcere un'ordinanza di custodia cautelare ai presunti reggenti di due fazioni di Cosa nostra di Catania che, secondo l'accusa, stavano per dare vita a una faida interna. I destinatari dei provvedimenti sono Giuseppe Mirabile, di 36 anni, ritenuto il capo dell'omonimo gruppo legato alla famiglia Santapaola, e Orazio Benedetto Cocimano, di 48 anni, che era transitato con la cosca Ercolano. I provvedimenti, emessi dal Gip, che ipotizzano il reato di associazione mafiosa, fanno seguito all'operazione Efesto dei carabinieri del Ros, coordinata dalla Dda della Procura di Catania, che il 27 gennaio scorso hanno eseguito 11 fermi. Le indagini hanno accertato l'esistenza di una conflittualità interna alla famiglia di Catania per il controllo del territorio e la spartizione dei proventi delle attività illecite. Le intercettazioni hanno documentato la crescente tensione fra le due componenti di Cosa nostra etnea che aveva determinato il gruppo Mirabile a pianificare attentati nei confronti di ex esponenti della componente Mirabile poi passati nelle file degli Ercolano. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros l'autorizzazione a compiere attentati sarebbe stata data da Mirabille, dal carcere, servendosi di familiari come 'corrierì per i suoi messaggi al clan.».
Insomma, non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere e sordo di chi non vuol sentire.