News Sicilia: dopo l’incendio del 4 Marzo 2013 che ha distrutto la Città della Scienza di Napoli, quella di Catania è rimasto l’unico polo scientifico del Sud Italia.
La realtà è che in pochi la conoscono, e che non vengono in mente iniziative o eventi scientifici di cui il grande Polo sito in via Simeto è stato ospite. Come mai?
La storia del Polo della Scienza di Catania è fatta di rallentamenti, occupazioni, manifestazioni, soldi pubblici e dimissioni:
nasce nel 2009, sulle rovine di un’antica raffineria di zolfo nei pressi della Stazione, in una superifice di 30mila metri quadri; una mega struttura, destinata ad occupare 80 mila persone e progettata con un design moderno di tutto punto. E’ stata promossa dall’Università di Catania e finanziata con il Progetto Catania-Lecce, fondi recuperati quindi dalle pubbliche tasse (comprese quelle degli studenti); 10 milioni di euro la somma d’investimento, ma dal 2009 sono solo pochissimi gli eventi che l’hanno coinvolta.
Dopo l’inaugurazione del 2009 i lavori si bloccano e la struttura non viene ultimata: l’amministrazione del polo universitario ‘blocca’ i progetti dei soggetti coinvolti, cosí come racconta Alfredo Foti, docente della Facoltà di Scienze Fisiche Naturali, che era coinvolto nei progetti della Città della Scienza.
Nel 2010 il gruppo di lavoro e dei progettisti getta la spugna e si disperde, seguono dimissioni, decadenze di ruoli e licenziamenti: qualche custode viene piazzato all’interno per evitare atti vandalici, ma a seguito di manifestazioni di protesta il polo viene occupato.
Siamo nel 2011 e finalmente cambia qualcosa: nasce la Fondazione Cutgana e il professor Foti rientra in gioco, vedendosi assegnata la Direzione della struttura, ma i problemi tornano: mancano soldi per ultimarla e questo ne impedisce l’utilizzo; la Regione promette l’intervento, ma non arriva mai: oggi mancano 200 mila euro per completare i lavori delle ultime sale e altri 200 mila per avviare i Progetti. La Città della Scienza rimane chiusa e diventa l’ennesimo simbolo dell’abbandono del Sud, delle promesse non mantenute e dei fallimenti che coinvolgono le nostre Cose Pubbliche.
Magazine Informazione regionale
Catania: Città Della Scienza, 10 milioni di Fondi pubblici e non ha mai aperto
Creato il 30 dicembre 2014 da Giornalesiracusa
News Sicilia: dopo l’incendio del 4 Marzo 2013 che ha distrutto la Città della Scienza di Napoli, quella di Catania è rimasto l’unico polo scientifico del Sud Italia.
La realtà è che in pochi la conoscono, e che non vengono in mente iniziative o eventi scientifici di cui il grande Polo sito in via Simeto è stato ospite. Come mai?
La storia del Polo della Scienza di Catania è fatta di rallentamenti, occupazioni, manifestazioni, soldi pubblici e dimissioni:
nasce nel 2009, sulle rovine di un’antica raffineria di zolfo nei pressi della Stazione, in una superifice di 30mila metri quadri; una mega struttura, destinata ad occupare 80 mila persone e progettata con un design moderno di tutto punto. E’ stata promossa dall’Università di Catania e finanziata con il Progetto Catania-Lecce, fondi recuperati quindi dalle pubbliche tasse (comprese quelle degli studenti); 10 milioni di euro la somma d’investimento, ma dal 2009 sono solo pochissimi gli eventi che l’hanno coinvolta.
Dopo l’inaugurazione del 2009 i lavori si bloccano e la struttura non viene ultimata: l’amministrazione del polo universitario ‘blocca’ i progetti dei soggetti coinvolti, cosí come racconta Alfredo Foti, docente della Facoltà di Scienze Fisiche Naturali, che era coinvolto nei progetti della Città della Scienza.
Nel 2010 il gruppo di lavoro e dei progettisti getta la spugna e si disperde, seguono dimissioni, decadenze di ruoli e licenziamenti: qualche custode viene piazzato all’interno per evitare atti vandalici, ma a seguito di manifestazioni di protesta il polo viene occupato.
Siamo nel 2011 e finalmente cambia qualcosa: nasce la Fondazione Cutgana e il professor Foti rientra in gioco, vedendosi assegnata la Direzione della struttura, ma i problemi tornano: mancano soldi per ultimarla e questo ne impedisce l’utilizzo; la Regione promette l’intervento, ma non arriva mai: oggi mancano 200 mila euro per completare i lavori delle ultime sale e altri 200 mila per avviare i Progetti. La Città della Scienza rimane chiusa e diventa l’ennesimo simbolo dell’abbandono del Sud, delle promesse non mantenute e dei fallimenti che coinvolgono le nostre Cose Pubbliche.
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