Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina e ricettazione.
L'attività investigativa che ha portato ai fermi, cui ha collaborato il Ros, è partita nel dicembre del 2009 dalla scomparsa di Giuseppe Todaro, presunto affiliato alla cosca Gallace-Novella, rivale di quella dei Sia-Procopio-Tripodi.
Todaro, secondo quanto è emerso dalle indagini, sarebbe stato ucciso per una vendetta mafiosa ed il suo cadavere fatto sparire. A consentire i fermi, l'indagine scaturita dall'omicidio di Todaro, diretta dal pm della Dda di Catanzaro Vincenzo Capomolla.
L’inchiesta ha consentito di delineare compiti e ruolo degli indagati nell'ambito del «locale» di 'ndrangheta attivo sin dal 2002 nella fascia jonica catanzarese, ed in particolare a Soverato, Davoli, San Sostene, Montepaone e Montauro.
Beni mobili ed immobili per un valore di 30 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza nell'ambito dell'operazione: rapporti bancari, quote societarie, attività economiche ed in un villaggio turistico composto da duecento unità immobiliari a San Sostene (Catanzaro).
Il patrimonio sottoposto a sequestro preventivo era riconducibile ad alcuni degli affiliati alla cosca nei confronti dei quali sono stati emessi i provvedimenti di fermo.
Dalle indagini, svolte dai finanzieri del Gico di Catanzaro in collaborazione con lo Scico di Roma, è stato possibile ricostruire gli interessi economici della cosca che, ricorrendo ad articolati schemi societari ed a fittizie intestazioni di beni, era riuscita ad inserirsi in importanti iniziative imprenditoriali e commerciali apparentemente legali.